Di Alessandra Maiorino
Quando si parla di contrasto alla violenza sulle donne si dice sempre che è necessario lavorare sulla prevenzione, oltre che sulla repressione. Ebbene, adesso abbiamo finalmente la possibilità di imprimere una svolta concreta. In commissione Giustizia al Senato è iniziato l’esame del disegno di legge del Movimento 5 Stelle, a mia prima firma, per l’istituzione di percorsi per gli uomini maltrattanti. Inoltre, la commissione d’inchiesta sul Femminicidio del Senato ha approvato la Relazione redatta sullo stesso tema.
La violenza contro le donne è un problema che riguarda gli uomini: sono gli uomini che devono interrogarsi. Finora si è agito solo sulla protezione delle vittime senza incidere sulle cause del problema, che sono legate appunto ai comportamenti violenti degli uomini.
Oltre alla protezione delle vittime e all’azione repressiva verso chi perseguita le donne, dobbiamo essere in grado di agire in prevenzione, intervenendo già ai primi segnali della violenza (i cosiddetti reati spia), facendo leva sull’ammonimento del Questore e inviando gli uomini verso professionisti che possono far loro comprendere il disvalore della violenza. Questo è quanto è previsto, ad esempio, dal “protocollo Zeus”, ideato dalla Direzione Centrale Anticrimine e presente in alcune città italiane. I risultati di questo approccio preventivo sono eccezionali: la recidiva, cioè il ripetersi dei comportamenti violenti e persecutori, si abbassa addirittura fino al 90%.
È nostro dovere estendere questo modello a tutto il territorio nazionale per fare in modo di fermare la violenza fin dal suo primo manifestarsi, senza aspettare che l’escalation raggiunga il suo apice più drammatico.
Si supera così finalmente anche quel retaggio culturale che ha fin qui impedito di andare alla fonte del problema: la cultura patriarcale di cui tutti, uomini e donne, siamo intrisi, e andando a decostruire gli stereotipi di genere alla base della violenza contro le donne. Occorre un lavoro professionale e rigoroso con il quale intervenire ai primi segnali di violenza palesati dal soggetto interessato e smontare le cause di comportamenti gravissimi e inaccettabili. L’istituzione di tali percorsi è richiesta anche dalla Convenzione di Istanbul sulla violenza domestica e di genere, dove si sottolinea che le problematiche relative alla violenza vanno affrontate con un approccio integrato. In Italia esistono i centri di ascolto per uomini maltrattanti (Cam) grazie ad iniziative spontanee, alla buona volontà di persone encomiabili, ma manca una normativa di riferimento che dia sistematicità a queste realtà, stabilendo criteri uniformi e integrandoli all’interno della rete antiviolenza, che deve rafforzarsi su tutto il territorio nazionale.
La violenza di genere è una tragedia permanente che ferisce tutte le donne e gli uomini del nostro Paese, non possiamo permetterci di lasciare nel cassetto alcuno strumento per contrastarla. Il trattamento degli uomini violenti è una via nuova da percorrere con convinzione perché nella sua fase sperimentale ha già dato risultati tangibili.