Di Andrea Quartini, Coordinatore del Comitato Politico Salute e Inclusione Sociale del Movimento 5 Stelle e Capogruppo in Commissione Affari Sociali alla Camera
Ieri alla Camera dei deputati è stata incardinata una proposta di legge del Movimento 5 Stelle, a mia prima firma, per salvaguardare la sanità pubblica, messa sempre più in ginocchio dai tagli scellerati del governo di Giorgia, la donna del popolo a cui non importa del popolo.
Fa piacere che anche le altre forze d’opposizione stiano intervenendo con loro proposte, ma rivendichiamo con orgoglio il fatto di essere stati i primi a mettere nero su bianco una proposta di legge per salvare il Servizio sanitario nazionale.
Un testo che ci permette di opporci al chiaro disegno di questo governo, che vuole tagliare le gambe al SSN e strizzare sempre di più l’occhio al privato. Un folle progetto fatto di tagli alle risorse, finanziamenti insufficienti e un preoccupante progetto di autonomia differenziata che spaccherà il Paese.
Le conseguenze di questi tagli del governo Meloni sono sotto gli occhi di tutti e ricadono principalmente sulle spalle dei lavoratori del settore e dei cittadini. I primi, già sotto organico, sottopagati e precari, si vedono costretti a turni interminabili e infinite richieste di straordinario; i secondi, invece, si vedono costretti ad affrontare tutti i giorni liste d’attesa infinite, pronto soccorso intasati e inaccettabili differenze di accesso alle cure a seconda della condizione economica e della provenienza geografica.
Tanto che alla fine il personale rischia il burnout e milioni di cittadini si ritrovano a dover scegliere se rinunciare alle cure o indebitarsi per accedere a visite ed esami. Con buona pace del loro diritto alla Salute, tutelato e definito fondamentale dalla Costituzione, che questo governo di finti patrioti sta trasformando ogni giorno di più in un bene di lusso.
La proposta di legge del Movimento, invece, parte da presupposti completamente diversi e interviene su tutte le criticità della sanità pubblica: finanziamenti, appropriatezza delle prestazioni sanitarie e aggiornamento dei LEA (Livelli essenziali di assistenza), risorse umane, accreditamento delle strutture sanitarie, sanità integrativa, tracciabilità della spesa sanitaria, nomina della dirigenza sanitaria, liste di attesa e intramoenia, ricerca sanitaria e digitalizzazione del Ssn.
Inoltre prevede risorse aggiuntive per implementare la medicina territoriale, adeguare gli stipendi degli operatori sanitari, superare definitivamente il tetto di spesa per le assunzioni.
Altro aspetto molto importante: la legge prevede che, a partire dal 2025, la spesa sanitaria sul PIL (prodotto interno lordo) non può essere inferiore all’8 per cento annuo. A decorrere dal medesimo anno 2025, il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato è in ogni caso aumentato su base annua di una percentuale pari al doppio del tasso di inflazione, anche in un contesto macroeconomico anticiclico, contraddistinto da una riduzione del PIL.
Si dispone inoltre un incremento di 400 milioni di euro annui per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza.
Se la maggioranza e le altre forze di opposizione tengono davvero alla sanità, votino il nostro testo: salviamo insieme il SSN.