In tutti questi mesi di pandemia gli italiani hanno accettato responsabilmente di limitare la propria libertà per un preminente interesse di salute pubblica. Le famiglie hanno dovuto reinventare la loro normalità e commercianti e imprenditori hanno dovuto fare grandi sacrifici, quando purtroppo non sono stati costretti a chiudere. Dopo tutto questo non si può tornare indietro.
Lo abbiamo sempre detto che la gradualità delle riaperture e agire concretamente, privi di ideologismi, fosse la strada corretta per ritornare alla normalità.
Oggi, grazie alla diffusione dei vaccini, ai contagi non corrispondo più molti ricoveri perché abbiamo messo in sicurezza i soggetti fragili. Per scongiurare chiusure non motivate chiediamo però che vengano rivisti i parametri che ancora regolamentano l’assegnazione delle zone di rischio e non sono più attuali.
Ci sono luoghi con grandi afflussi di persone, dagli stadi ai concerti fino alle discoteche, che devono aprire e per queste attività riteniamo certamente utile l’introduzione di un Green Pass per arginare la circolazione di varianti più contagiose del virus. Una misura che però non può prescindere dalla gratuità dei tamponi per le persone che, per vari motivi (patologie pregresse, fragilità ecc..), non possono vaccinarsi.
Diverso il discorso per attività come bar o ristoranti: in questo momento introdurre il Green Pass per accedervi significherebbe solamente limitare una ripresa così faticosa, dopo mesi di sacrifici.
Come sempre, quindi, adeguatezza e proporzionalità sono i criteri che ci muovono.
Su questo lavorerà il MoVimento, in Parlamento e al Governo, per non rendere vani tutti i sacrifici dei cittadini.