Un fondo europeo non per il riarmo, ma per l’automotive e la competitività

In Italia e in Europa l’industria dell’automobile (che contribuisce al 5% del Pil italiano e al 7% del Pil europeo) è in piena crisi, con drammatiche ricadute occupazionali, sociali e di competitività economica globale.

C’è invece un’industria, quella dei produttori di armamenti (che contribuisce allo 0,8% del Pil italiano e all’1,1% del Pil europeo) che macina profitti record (+55% solo l’anno scorso) grazie a una corsa al riarmo senza precedenti (240 miliardi del 2022, 280 miliardi nel 2023, 350 miliardi di quest’anno).

Di fronte a questa situazione, la politica italiana ed europea cosa fanno? Il contrario di quello che logica e buon senso vorrebbero.

Mentre in Italia il governo Meloni taglia, in manovra, miliardi dal fondo automotive e li stanzia per aumentare i fondi per l’acquisto di armamenti, in Europa la commissione Von der Leyen (che alla transizione verde preferisce quella verde-militare) prepara un fondo comune per il riarmo da 500 miliardi.

Un’iniziativa che non ha nulla a che fare con la difesa comune europea, strumento di una politica estera comune che ancora non esiste e che si dovrebbe costruisce mettendo in comune uomini, mezzi e risorse, realizzando economie di scala e razionalizzando le spese con potenziali risparmi stimati tra i 50 e 100 miliardi l’anno. Aumentare gli investimenti in armi serve solo ad aumentare ulteriormente i profitti di chi le produce.

Ci opponiamo, in Italia e in Europa, a questa inaccettabile politica industriale illogica e insensata, dettata dalla lobby delle armi invece che da prioritari interessi sociali ed economici. Per questo, mentre a Roma abbiamo presentato emendamenti alla manovra per rifinanziare il fondo automotive con i miliardi destinati alle armi, a Bruxelles il presidente Conte ha chiesto l’istituzione di un fondo comune europeo non per le armi, ma per l’automotive e le altre filiere produttive strategiche.

Ecco la lettera inviata dal Presidente Giuseppe Conte e dal gruppo M5S Europa alla Presidente della Commissione Europea e alla Presidente del Parlamento Europeo.