Il 28 aprile 2023 Meloni dichiara: “Basta Tafazzi, l’economia italiana va molto bene, i provvedimenti di questo Governo sono efficaci”. Neanche il tempo di dirlo che l’Istat certifica un crollo della produzione industriale ad aprile del 7,2%. Per trovare un calo superiore, nei dati corretti per il calendario, bisogna tornare a luglio 2020, nella fase 2 dell’emergenza pandemica, quando la flessione era stata dell’8,3%.
Il 31 luglio, con l’inflazione che morde e la benzina che sfonda i due euro, la Premier si esalta nell’intervista rilasciata all’emittente americana, Fox News, durante il suo viaggio a Washington: “Il Paese cresce più delle altre grandi economie europee, abbiamo il più alto tasso di occupazione, occupazione stabile e femminile. Le cose vanno bene”.
Tre mesi dopo, nelle sue ‘Prospettive per l’economia italiana – anni 2023-2024’, l’Istat ha certificato l’allarmante crollo di tutti i principali indicatori economici:
1) La crescita del Pil va a picco: dal +8,3% del 2021 e dal +3,7% del 2022 (record cumulato in Ue) si passa a uno striminzito +0,7% per il 2023 e a un altrettanto striminzito +0,7% nel 2024. Già nel 2023 torniamo sotto Francia e Spagna, agganciando a malapena la media Eurozona.
2) Crolla la crescita degli investimenti: dal +20% del 2021 e dal +10% del 2022 si passa a un misero +0,6% del 2023 e a un altrettanto misero +0,6% del 2024.
3) Crolla la crescita della spesa delle famiglie: dal +5,3% del 2021 e dal +5% del 2022 si passa a +1,4% nel 2023 e al +1% del 2024.
Un disastro economico inenarrabile che continua: l’Istat ha certificato a ottobre 2023 il nono mese consecutivo di calo della produzione industriale su base tendenziale, ovvero singolo mese 2023 confrontato con lo stesso mese 2022.
E non va meglio dal punto di vista della spesa del Pnrr, di cui la Meloni si vanta senza motivo: a inizio dicembre l’Ufficio parlamentare di Bilancio ha certificato il devastante ritardo nella messa a terra dei fondi. Questi i dati: spesi finora 28,1 miliardi, pari al 14,7% dell’intero Piano; nel 2023 spesi solo 2,5 miliardi, ovvero soltanto il 7,4% delle somme da spendere nell’anno; nella sanità speso solo l’1% dei 15,6 miliardi previsti dal Pnrr nella Missione salute.
I numeri smontano i deliri propagandistici di Giorgia Meloni. Per quanto tempo continuerà a mentire agli italiani?