Salvi i cervi d’Abruzzo: il Consiglio di Stato boccia l’abbattimento voluto da Marsilio e le sue destre

Il Consiglio di Stato ha bloccato la caccia al cervo in Abruzzo e i consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno chiesto le dimissioni dell’Assessore Imprudente

La bocciatura della delibera che prevedeva l’abbattimento di 469 esemplari, inclusi femmine e cuccioli: ennesima clamorosa figuraccia del presidente Marsilio e del suo centrodestra che guida la Regione e che voleva dare il via a una mattanza insensata e immotivata di animali selvatici che sono tra i simboli di un territorio conosciuto in Italia e all’estero per la sua straordinaria natura e biodiversità.

Il Consiglio di Stato ha esplicitamente sottolineato l’assenza del requisito fondamentale per autorizzare i cacciatori a sparare, ossia il monitoraggio degli animali che avrebbe dovuto essere alla base di un via libera all’inutile mattanza. Nell’ordinanza num. 04249/2024 pubblicata ieri, 11 novembre 2024, il Consiglio di Stato, in risposta al ricorso presentato da WWF, Lav – Lega Antivivisezione e Lndc Animal Protection, ha ipotizzato, tra le altre cose, che Regione Abruzzo avrebbe aperto una stagione di caccia senza conoscere l’effettivo numero dei cervi presenti sul territorio.

Leggendo quanto è stato messo nero su bianco dal Consiglio di Stato, l’abbattimento di 469 animali selvatici sembra andare incontro, come era già a chiaro al Movimento 5 Stelle, ambientalisti e animalisti, a una parte dell’elettorato delle destre ancora molto rumorosa e amante dei fucili.

Inoltre, la delibera della Giunta regionale d’Abruzzo n. 509 dell’8 agosto 2024 prevedeva, insieme alle regole per l’abbattimento, ma anche un tariffario che ha indignato l’Italia intera: per uccidere un cucciolo di cervo sarebbe bastato pagare 50 euro.

L’ordinanza del Consiglio di Stato diffusa nel pomeriggio di ieri è una sonora bocciatura per l’Assessore leghista Emanuele Imprudente, lo stesso che aveva già provato a tagliare i confini del Parco Naturale Regionale “Sirente Velino” nella provincia dell’Aquila, ricevendo una bocciatura dalla Corte Costituzionale e che ha tentato una drastica riperimetrazione della Riserva naturale del “Borsacchio”, nella provincia di Teramo, costringendo il Ministero dei beni culturali del Governo Meloni a minacciare di impugnare la Legge regionale che prevedeva il taglio.

E così, in omaggio al principio “non c’è due senza tre”, l’Assessore del Carroccio è stato stroncato, per l’ennesima volta, nelle sue intenzioni, questa volta dal Consiglio di Stato, su ricorso delle Associazioni ambientaliste e animaliste che il Movimento 5 Stelle ha costantemente sostenuto in questa battaglia che è stata condivisa da tutti gli Abruzzesi di buon senso.

Dopo la terza bocciatura, i Consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Erika Alessandrini e il capogruppo Francesco Taglieri, hanno chiesto che l’Assessore Imprudente si dimetta da un ruolo che, come è stato largamente dimostrato, non è in grado di ricoprire nell’interesse della collettività abruzzese, avendo dato ascolto esclusivamente al mondo della caccia e non avendo risolto nessuno dei problemi che continuano a colpire gli agricoltori, a partire dai mancati ristori per i danni climatici. Le scarse attenzioni verso intere aree della regione, totalmente abbandonate a loro stesse, completano il quadro di un Assessore non adatto a ricoprire questo ruolo.

Sulla caccia ai cervi, le destre di Marsilio non hanno voluto sentire ragioni, nonostante il Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale avesse disposto l’audizione di numerose parti interessate come associazioni, istituzioni, esperti, attivisti. Ma non c’è stato nulla da fare, il centrodestra che guida Regione Abruzzo è rimasto sordo a qualsiasi tipo di confronto, non ha voluto ascoltare chi aveva da proporre soluzioni valide e alternative alla caccia ed ha voluto andare dritto fino a schiantarsi contro l’ordinanza di ieri del Consiglio di Stato.

Ci è voluto un giudice per dire che “…la Regione può comunque valutare, coerentemente con la responsabilità civile sulla stessa gravante, l’adozione di misure per la prevenzione di incidenti stradali, come l’apposizione di recinzioni e la realizzazione di attraversamenti faunistici…”

Dopo l’ordinanza del Consiglio di Stato, la palla passa di nuovo al TAR e, considerati i tempi, è certo che la caccia ai cervi non possa più aprirsi quest’anno. È una vittoria importante che il Movimento 5 Stelle ha condiviso con tutto il mondo ecologista e animalista. Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia: loro torneranno a voler imbracciare i fucili ma ci troveranno ancora una volta pronti a difendere natura, animali e biodiversità.