Il salario minimo è una misura di equità e dignità che già esiste in 22 Paesi europei su 27. Da oltre dieci anni il Movimento 5 Stelle si batte per introdurlo anche in Italia, che, malgrado i proclami di maggioranza e Governo, resta maglia nera per i salari nell’area Ocse.
Lo scorso anno, insieme alle altre opposizioni, abbiamo presentato una proposta di legge unitaria – a prima firma del Presidente Giuseppe Conte – che Meloni&Co. hanno affossato, trasformandola, con un emendamento a prima firma di Walter Rizzetto (FdI), in una delega in bianco al Governo arenata nelle secche del Senato. Ciò dimostra plasticamente che la volontà di FdI, Lega e FI di risolvere un problema reale che attanaglia quasi 4 milioni di lavoratrici e lavoratori è pari a zero.
Noi però non ci siamo arresi e alla vigilia del 1° maggio, Festa dei lavoratori, abbiamo depositato in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per istituire il salario minimo in Italia.
Da oggi è possibile firmare questa proposta tramite la piattaforma pubblica raggiungibile dal sito ufficiale del Ministero della Giustizia. Farlo è semplice: basta collegarsi all’indirizzo https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open e accedere utilizzando lo SPID, la Carta di identità elettronica, la Carta nazionale dei servizi o l’Active directory nazionale.
Bastano pochi minuti per dare finalmente attuazione all’art. 36 della nostra Costituzione: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
In alternativa, cercate i banchetti del Movimento 5 Stelle in tutta Italia.
Fate sentire la vostra voce e, soprattutto, metteteci la firma!
Cerchiamo di capire insieme perché un salario minimo a 9 euro è necessario:
- Perché l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, e non è giusto lavorare e non riuscire a vivere dignitosamente.
- Perché in Italia quasi 4 milioni di lavoratrici e lavoratori sono poveri e ci sono contratti di lavoro con retribuzioni talmente basse che non gli permettono di sostenersi.
- Perché giovani e donne non devono più essere sfruttati.
- Perché in Italia il costo della vita aumenta sempre e gli stipendi mai! Siamo l’unico Paese europeo dove i lavoratori guadagnano meno di 30 anni fa. Tra il 1990 e il 2020 si è registrato un calo del salario medio annuale del 2,9%, mentre in Germania e in Francia esso aumentava di oltre il 30%.
- Perché in 22 Paesi europei su 27 il salario minimo già esiste da anni, portando benefici in termini di occupazione e di Pil.
- Perché se le persone stanno meglio anche l’economia cresce.
La nostra proposta è semplice:
- Ai lavoratori di ciascun settore deve essere riconosciuto il trattamento economico complessivo e il trattamento economico minimo previsto dal contratto collettivo firmato dalle associazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative.
- In ogni caso, il trattamento economico minimo non può essere inferiore a 9 euro all’ora.
- Per aiutare le imprese nella prima fase della sua introduzione, è prevista l’istituzione di un “Fondo per il salario minimo” presso il Ministero del Lavoro.
👉 Scarica qui il testo di legge
👉 Scarica qui il volantino e il kit grafico per i social