Mentre la Spagna punta ad elevare e a mille euro il salario minimo, in Italia, dove il 32,4% dei lavoratori ha stipendi al di sotto della soglia di povertà, si continua a prendere e perdere tempo.
Le retribuzioni sono ferme da 30 anni e i giovani troppo spesso vengono assunti con contratti precari. A ciò si aggiunge che tra caro bollette e aumento dell’inflazione sta diventando sempre più difficile arrivare a fine mese. Lo sanno bene i commercianti, lo sanno bene i piccoli imprenditori. Lo sanno benissimo le famiglie, duramente provate dalla crisi innescata dalla pandemia.
Il MoVimento 5 Stelle dal 2013 porta avanti una battaglia per l’introduzione di una legge sul salario minimo e la nostra Nunzia Catalfo, già ministra del Lavoro nel Governo Conte II, ha depositato due disegni di legge al Senato per introdurlo. L’obiettivo di questa nostra proposta è di contrastare la povertà lavorativa, fissando una soglia minima retributiva inderogabile oltre la quale non scendere, rafforzare la contrattazione collettiva, abbattere il dumping salariale e contrastare la concorrenza sleale.
Paghe da 5 euro, o peggio, da 3 euro l’ora non sono più tollerabili. Invertire la rotta è indispensabile.
L’Italia, stando a recenti dati dell’Ocse, è l’unico Paese in Europa che dal 1990 ha registrato un calo del 2,90% delle retribuzioni a parità di potere d’acquisto. E, nonostante la ripresa saluta con entusiasmo nel 2021 con un rimbalzo del Pil del 6,4%, la qualità dell’occupazione, con oltre l’80% dei nuovi contratti stipulato a tempo, lascia molto a desiderare.
Al Senato, la commissione Lavoro, presieduta dalla nostra Susy Matrisciano, ha avviato l’iter per l’esame di alcune proposte di legge sul salario minimo, e se in Parlamento c’è convergenza tra tutte le forze politiche di maggioranza, ci sono presupposti per arrivare a un testo condiviso da portare in Aula in tempi rapidi e ad una legge entro la legislatura. La sostanza è sempre la stessa: se c’è la volontà politica, il risultato si porta a casa.
E’ una fase difficile per la nostra economia è vero, ma per, arginare il caro bollette e aiutare i lavoratori a recuperare potere d’acquisto, oltre ad un consistente scostamento di bilancio che invochiamo da ben due mesi, occorre puntare su nuove politiche salariali. Serve un intervento sulle retribuzioni, a partire da una legge sul salario minimo. E serve adesso.
Il MoVimento 5 Stelle ha a cuore la dignità del lavoro ma senza stipendi adeguati non può esserci dignità né una migliore qualità della vita.
La legge sul salario minimo va introdotta, subito. Ci fermeremo solo dopo aver centrato l’obiettivo. Il Movimento 5 Stelle c’è e sta dalla parte dei lavoratori, delle imprese e delle famiglie.