Di Stefano Patuanelli
Siamo nel pieno di una crisi energetica che mina alle fondamenta l’economia reale del Paese. Uno scostamento di bilancio in questa situazione non può essere considerato “debito cattivo”, perché il rovescio della medaglia potrebbe voler dire far fallire migliaia di aziende del comparto primario che comprende l’agricoltura, le foreste e la pesca.
Questo settore, nonostante sia costantemente lontano dai riflettori, sta soffrendo come e forse più degli altri a causa dell’aumento dei fattori della produzione. È giunto il momento di fare scelte precise per tutelarlo. E lo scostamento di bilancio deve essere impiegato per mitigare il caro-bollette e per applicare una nuova moratoria sui mutui e sui prestiti per il settore agricolo. A tutto questo si deve accompagnare una soluzione strutturale che affronti in modo definitivo il tema del costo dell’energia.
Non possiamo costringere le aziende agricole a dover scegliere tra pagare l’energia, pagare i mutui, pagare i dipendenti o abbassare la saracinesca.