Il 16 gennaio approderà in Senato il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata.
Prima di analizzare i punti critici, è interessante notare la provenienza regionale dei ministri che hanno approvato il disegno di legge, principalmente del Nord Italia.
Dei 25 ministri che compongono il governo Meloni infatti – lei compresa – solo 5 provengono dal Sud o dalle isole. 5 vengono dal centro, ma precisamente da Roma e una da Tivoli, sempre Comune di Roma. E ben 15 ministri provengono dal Nord, in particolare da Piemonte, Lombardia, Veneto, una dalla Liguria, due dall’Emilia Romagna e una dal Friuli Venezia Giulia.
Tornando al disegno di legge Calderoli, tanti studiosi ed esperti hanno già sottolineato come rischi di frantumare il Paese con conseguenze devastanti sul futuro di milioni di cittadini.
Il M5S non è contrario pregiudizialmente al riconoscimento di maggiore autonomia territoriale, è però fermamente contrario a questo progetto leghista di autonomia, sia nel metodo che nel merito.
Questo disegno di legge Calderoli, infatti, getta le premesse per accrescere ulteriormente le differenze tra Regioni del Nord e Regioni del Sud, ma anche tra aree e territori dello stesso Nord.
Rischia inoltre di cristallizzare, se non ampliare, le disuguaglianze oggi esistenti tra cittadini che fruiscono di certi servizi, a un certo livello, e cittadini destinati a non beneficiarne o a beneficiarne in termini del tutto insufficienti.
Esito inammissibile se pensiamo che sono in gioco diritti e settori come sanità, istruzione, trasporti locali, energia.
Non è percorribile alcun progetto di autonomia se prima non vengono definiti i Lep, ovvero i Livelli essenziali delle prestazioni da garantire in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, così come stabilito all’articolo 117 (secondo comma, lettera m) della Costituzione della Repubblica Italiana, e le loro fonti di finanziamento.
Contestualmente al DDL Calderoli, si discuterà anche la proposta di iniziativa popolare contro il progetto Calderoli grazie al fatto che sono state raccolte, con il contributo fondamentale del Movimento 5 Stelle, oltre 100 mila firme (50 mila necessarie per far arrivare la proposta di legge di iniziativa popolare in parlamento).
Per questo motivo martedì 16 gennaio il Movimento 5 stelle parteciperà ai presidi che sono stati organizzati nelle maggiori piazze italiane dai Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti.