di Giovanni Endrizzi
Il lavoro del MoVimento 5 Stelle contro l’azzardo illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico legale non si arresta. Abbiamo audito in commissione di inchiesta sul gioco d’azzardo il procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho, e le sue parole hanno offerto diversi spunti interessanti, che vanno nella direzione da tempo espressa dal Movimento 5 Stelle.
Conferma che la criminalità organizzata, per riciclare il denaro, ha bisogno della rete legale del gioco d’azzardo, che spesso gestisce direttamente o indirettamente. Ribadisce la necessità di una offerta pubblica ma distingue: una cosa è lasciare una possibilità controllata e legale di praticarlo, altra cosa è incentivarla e promuoverne massicciamente il consumo. Inoltre, perché l’offerta pubblica contrasti davvero quella clandestina, servono maggiori e più frequenti controlli sulle attività, oggi parziali e non sistematici.
Serve una immediata e puntuale identificazione del giocatore per individuare le operazioni sospette, le cui segnalazioni sono invece, purtroppo, in calo. È necessario investire in banche dati centralizzate, avere immediata e facile disponibilità delle risultanze, perché solo in questo modo è possibile rompere l’effettivo legame tra gioco d’azzardo legale e attività mafiosa.
Il procuratore De Raho ha precisato che la possibilità di un aumento delle attività criminali collegato alla riduzione di offerta di gioco legale è da tenere in attenta considerazione (come abbiamo sempre sostenuto) ma al momento costituisce “ipotesi meramente presuntiva”, la Direzione Nazionale Antimafia non dispone al momento di dati effettivi.
Infine, concordiamo con il procuratore quando torna a chiedere di escludere dalle scommesse sportive gli eventi sportivi delle categorie minori e dilettantistici, che hanno avuto un boom e si prestano troppo facilmente a manipolazioni da parte della criminalità.