L’Istat ha presentato il rapporto annuale 2024. Una doccia gelata per il Governo Meloni.
Povertà
– L’Istituto di statistica non solo ribadisce quanto già reso noto nelle scorse settimane, ossia che nel 2023 in Italia è stato raggiunto il record di poveri assoluti (5,7 milioni), ma scrive nero su bianco che, nel triennio 2020/2023, grazie al Reddito di cittadinanza 1,3 milioni di famiglie sono uscite dalla povertà;
– Senza il RdC, scrive ancora l’Istat, l’incidenza di povertà assoluta familiare nel 2022 sarebbe stata superiore di quasi 4 punti percentuali nel Sud e nelle Isole;
– Tra le famiglie in affitto, l’incidenza di povertà sarebbe stata 5 punti percentuali superiore;
– Tra le famiglie con persona di riferimento in cerca di occupazione, l’incidenza avrebbe raggiunto il 36,2% nel 2022, 13,8 punti percentuali in più;
– Insomma: il tanto vituperato RdC è stato una manna nella lotta alla povertà. Con l’Adi e il Sfl, invece, si è fatto un salto indietro e, non ha caso, come ha sostenuto pochi giorni fa la Commissione UE aumenteranno sia la povertà assoluta sia quella infantile
Salari
– “Nonostante i miglioramenti osservati sul mercato del lavoro negli ultimi anni” scrive sempre l’Istat, “l’Italia conserva una quota molto elevata di occupati in condizioni di vulnerabilità economica. Tra il 2013 e il 2023 il potere d’acquisto delle retribuzioni lorde in Italia è diminuito del 4,5% mentre nelle altre maggiori economie dell’Ue27 è cresciuto a tassi compresi tra l’1,1% della Francia e il 5,7% della Germania”;
– Per gli operai l’incremento è stato più rapido passando da poco meno del 9% nel 2014 al 14,6% nel 2023. Nel 2023, l’8,2% dei dipendenti era in povertà assoluta a fronte del 5,1% degli indipendenti;
– Altresì, cresce il part time mentre cala l’occupazione dei giovani;
– È ovvio che l’assenza di un salario minimo pesi non poco. Come ha recentemente rilevato Eurofound, nei Paesi che hanno già adottato tale provvedimento, le retribuzioni nominali hanno fatto un balzo in avanti, arrivando (in taluni casi) a quadruplicare l’aumento dell’inflazione;
– Qualche esempio: Polonia +21,5% (inflazione al 6,2%), Croazia +20% (inflazione al 5,4%), Portogallo +7,9% (inflazione all’1,9%) e Paesi Bassi +6,9% (inflazione all’1%). Le chiacchiere stanno a zero.