Non vogliamo credere che il presidente del consiglio, Mario Draghi, non abbia letto la lettera che il 13 aprile scorso gli ha mandato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
Nell’annunciare l’erogazione all’Italia della tranche da 21 miliardi di euro del Recovery Fund, nella lettera la von der Leyen si complimenta con Draghi per la proroga del Superbonus. Ebbene sì: la presidente della Commissione scrive testualmente che “l’estensione degli incentivi per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici (cioè il Superbonus) rappresenta un significativo contributo alla transizione ecologica”.
Prima della von der Leyen, erano stati il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, e la commissaria all’energia, Kadri Simson, a elogiare la nostra misura.
Ascoltare pertanto le contrarietà di Draghi davanti all’Europarlamento rende ancora più contraddittorio il racconto del presidente del consiglio.
Proprio oggi l’Ance ci dice che nel 2021 il settore delle costruzioni, anche grazie al Superbonus, ha visto gli investimenti aumentare del 16,4% e la produzione del 24%.
Il Superbonus ha creato e sta creando nuovi posti di lavoro. Dati Anpal-Banca d’Italia-Ministero del lavoro, riferiti al primo bimestre del 2022, ci dicono che la nostra agevolazione, e la ripresa delle opere pubbliche, hanno permesso di avere un saldo attivo di 44mila occupati nel settore.
Il Superbonus aiuta a risparmiare energia. Una rilevazione dell’Enea a gennaio 2022 certifica che le opere finanziate dal Superbonus hanno permesso di conseguire risparmi di energia pari al consumo annuo di energia elettrica di 1 milione e 100 mila famiglie. Ed è solo l’inizio.
Il Superbonus, come più volte certificato dal Cresme, ha dato un contributo fondamentale alla crescita del Pil 2021, quel +6,6% che ancora oggi permette a Draghi di trovare le risorse per sostenere i vari decreti a favore dell’economia.
Ma soprattutto lo stesso Draghi, nell’ultimo Dl aiuti, ha giustamente provveduto a prorogare i tempi di sfruttamento del Superbonus sulle case monofamiliari.
Per questo rimane illogico, contraddittorio e irrispettoso di milioni di cittadini e imprese andare in Europa a dire che non si è d’accordo con questa misura.