L’approvazione del Collegato al Bilancio 2021 segna l’anno zero della Transizione Energetica nel Lazio e individua i punti fermi per la Transizione Energetica della Regione: stop alle fonti fossili, democrazia energetica, diffusione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, tutela dell’ambiente e innovazione tecnologica. Questi sono i principali capisaldi di questa di unna rivoluzione appena partita e sulla quale continueremo a lavorare senza sosta.
Democrazia energetica
Democrazia energetica significa autoproduzione e autoconsumo di energia per singolo edificio, via o quartiere, con impatti notevoli a livello di riduzione dei costi in bolletta, di CO2 emessa in atmosfera e di dipendenza dalle forniture dei Paesi esteri, spesso motivo di conflitti geopolitici.
L’art. 26 del Collegato al Bilancio incentiva, con un totale di circa due milioni di euro, l’avvio delle comunità energetiche per la predisposizione della documentazione contrattuale, per la progettazione, l’acquisto e l’installazione degli impianti di produzione di energia elettrica, di sistemi di misura e gestione intelligente dell’energia o di sistemi di stoccaggio.
Questa misura estende gli strumenti previsti nel PNRR, dedicati ai comuni con meno di 5000 abitanti, usando altri criteri di selezione delle comunità beneficiarie. Ovvero:
a. presenza di nuclei familiari a basso reddito;
b. numero di soggetti coinvolti;
c. presenza di sistemi di stoccaggio;
d. previsione di inclusione di mobilità elettrica e di impianti geotermici a bassa entalpia;
e. entità di nuova produzione di energia elettrica rinnovabile e di consumo di energia elettrica afferente ai soggetti aderenti ai gruppi di autoconsumatori o alla comunità di energia rinnovabile;
f. pluralità di produttori di energia elettrica;
g. stima della quota di autoconsumo al momento della presentazione della domanda;
h. utilizzo di tecnologia ICT ai fini della gestione efficiente dell’energia;
i. possibilità di aggregazione dei membri per favorire servizi di bilanciamento della rete nazionale.
L’art. 25 del Collegato interviene per semplificare ed aggiornare la normativa regionale nel settore delle piccole utilizzazioni di calore geotermico, dalle grandi opportunità di sviluppo nella nostra regione. Vengono semplificate le procedure autorizzative per i piccoli impianti di potenza inferiore ai 2MW termici a bassa entalpia, cioè in grado di prelevare piccole quantità di calore in modo da lasciare inalterato l’equilibrio naturale dell’ambiente e delle risorse idriche.
Questi due articoli del Collegato al Bilancio favoriscono dunque la trasformazione dell’energia in un bene diffuso, condiviso, e trasportato su infrastrutture leggere e intelligenti.
L’era delle fonti rinnovabili
A partire da oggi non sarà possibile autorizzare la realizzazione grandi impianti alimentati da fonti fossili. Il Collegato al Bilancio ha sancito questo come un punto fermo nel processo di Transizione Energetica per la Regione. Abbiamo messo nero su bianco l’impegno a cambiare per sempre il nostro modello di approvvigionamento energetico.
In particolare, l’approvazione dell’art. 27 apre anche un nuovo decisivo capitolo per lo sviluppo delle energie rinnovabili nella nostra Regione. Avremo bisogno, insieme alla produzione diffusa e condivisa, di grandi investimenti per l’installazione di impianti industriali alimentati da fonti rinnovabili: sole e vento. Il nostro scopo, come Regione Lazio è governare il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione favorendo l’installazione di grandi impianti senza compromettere l’altra faccia della Transizione Ecologica, cioè la tutela dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico e artistico, delle filiere agroalimentari tradizionali, della biodiversità e del paesaggio rurale. Per raggiungere questo duplice obiettivo dobbiamo fornire agli operatori del settore una mappatura chiara e completa delle aree dove è possibile investire sulle fonti rinnovabili e delle aree dove prevalgono gli obiettivi di tutela.
Il ritardo nella definizione di una disciplina regionale per l’individuazione delle aree non idonee all’installazione di impianti FER, oltre ad aver prodotto diversi contenziosi tra enti locali e privati e tra la Regione e lo Stato, negli ultimi anni ha rischiato di determinare effetti potenzialmente molto negativi su quella parte del nostro territorio agricolo (soprattutto in provincia di Viterbo e di Latina) cui si trovano le condizioni ottimali per lo sviluppo di grandi impianti fotovoltaici.
Oggi, con l’approvazione di questo articolo del Collegato al Bilancio 2021, si pone fine a questo conflitto partendo dalla costituzione di un Gruppo Tecnico Interdisciplinare regionale che avrà il compito di:
- individuare le aree non idonee e definire l’atto programmatorio per la mappatura territoriale;
- fornire supporto alle amministrazioni comunali che dovranno provvedere alla mappatura del proprio territorio entro il 30 giugno 2022. La proposta prevede, altresì, l’esercizio del potere sostitutivo da parte della Regione in caso di inerzia dei comuni;
- effettuare un’analisi anche delle aree potenzialmente più idonee per l’installazione degli impianti FER previsti dalla normativa europea e nazionale in vigore, in armonia con il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC);
- portare avanti un’attività di valorizzazione e promozione delle innovazioni tecnologiche, per integrare efficacemente produzione agricola ed energetica in un’ottica di contenimento del consumo di suolo e ottimizzazione delle risorse energetiche disponibili.
Infine, grazie a un emendamento approvato in Aula, siamo riusciti ad adeguare la definizione di “impianto agrivoltaico” a quella prevista dalla normativa nazionale, così come contenuto nel DL 77/2021 cosiddetto “Semplificazioni”, in modo da agevolare l’installazione di impianti che adottino soluzioni innovative tali da non compromettere la continuità delle attività agricole, realizzati con sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l’impatto sulla produttività agricola e garantendo la continuità con le attività preesistenti o addirittura favorendo il recupero di suoli degradati.
Sono state quindi poste le basi per un cambiamento radicale del nostro modo di produrre, distribuire e usare l’energia. La Regione Lazio ha le carte in regola per iniziare il processo di transizione energetica che ci terrà impegnati nei prossimi anni.