Nei giorni scorsi il Governo Meloni (di Centrodestra) ha dichiarato guerra alla Regione Piemonte (di Centrodestra) in seguito all’approvazione della legge di bilancio2023. Il Consiglio dei ministri ha infatti impugnato l’articolo 8, che rimodulai fondi destinati alle Aziende sanitarie e agli ospedali per coprire i ritardi nel pagamento dei fornitori. Lo scontro sull’asse Torino-Roma, tutto interno alle forze di maggioranza, fa tornare alla mente i fantasmi del passato. Lo stanziamento di quei fondi era infatti parte degli accordi stipulati dalle precedenti Giunte regionali per uscire dal doloroso piano di rientro che aveva fatto seguito al Commissariamento della sanità. Un piano lacrime e sangue che per anni ha paralizzato investimenti e assunzioni e dal quale siamo usciti con tanta fatica solo nel 2017, dopo quasi sette anni. Le precedenti Amministrazioni avevano programmato lo stanziamento di 200 milioni di euro dal 2023 al 2028.Questa Giunta, con la legge di bilancio, ha deciso di ridurli a circa 90 milioni con scadenza nel 2032. Il tutto in pieno contrasto con l’accordo firmato a suo tempo tra Regione e Stato centrale, con il Governo Meloni che ha deciso di conseguenza di impugnare il provvedimento. Una querelle che dimostrala totale incapacità della Giunta Cirio di gestire le risorse pubbliche e i conti della Regione, soprattutto su un capitolo importante come la sanità.
Siamo moltopreoccupati. Non solo per lo spauracchio dei piani di rientro e deicommissariamenti, ma anche perché cosìfacendo si rischia di rallentare in modo considerevole i pagamenti ai fornitoriche operano con le Asl, di fatto incidendo in modo negativo nell’erogazione diservizi.
Il braccio di ferro che la Giunta di Centrodestra intende portare avanti col Ministero ci porterà davanti alla Corte Costituzionale e l’esito dello scontro non potrà non avere ripercussioni negative.