La manovra di Meloni: legge da cestinare

Di male in peggio, per una Legge di bilancio che, gia’ perniciosa in partenza, nel passaggio parlamentare alla Camera si conferma come intervento semplicemente da cestinare. Il bilancio che va delineandosi dell’esame in Commissione a Montecitorio, con le integrazioni presentate da Governo e relatori, grida semplicemente vendetta: vergognosa norma per aumentare gli stipendi ai ministri non parlamentari; aumento dei pedaggi autostradali; aumento delle tasse d’imbarco sui voli aerei; modifiche farsa per Transizione 5.0, senza neanche una proroga al 2026 a favore delle imprese; offensiva elemosina dell’Ires premiale, solo 400 milioni per il reinvestimento degli utili delle aziende e solo per un anno.

Nel frattempo Governo e maggioranza hanno detto no ai nostri emendamenti per aumentare le pensioni minime di 100 euro al mese, rispetto all’attuale miseria di 1,8 euro al mese; per introdurre il salario minimo; per ripristinare il Reddito di cittadinanza; per introdurre un’indennita’ integrativa a beneficio dei cassintegrati.

Il tutto mentre Bankitalia conferma le stesse stime di Istat e Ocse, dimezzando le previsioni governative di crescita del Pil e fissandole a uno scheletrico +0,5% nel 2024, che colloca saldamente l’Italia dietro le medie Ue ed Eurozona e dietro tutti i principali partner come Francia, Spagna, Olanda, Belgio, Portogallo, Grecia.

Alla grande, Giorgia sta facendo la storia.