(L’intervista integrale del quotidiano La Repubblica al Presidente Giuseppe Conte)
❓L’affare Qatargate scuote l’Europa, ma soprattutto riapre la questione morale nel nostro Paese, ammesso che sia stata mai chiusa. Presidente Giuseppe Conte, lo scandalo è etichettato come Italian job a Bruxelles. Siamo sinonimo di corruzione e di politica sporca, ne verremo mai fuori?
«Un governo che si presenta a Bruxelles strizzando l’occhio ad evasori e corrotti proponendo un “liberi tutti” sul tetto del contante non depone a favore della nostra reputazione. L’Italia oggi riscopre la questione morale che però non può ridursi a una discussione da tirare fuori all’occorrenza. Già un anno prima dell’intervista con Eugenio Scalfari lo stesso Berlinguer ricordava a l’Unità che la questione morale era diventata “questione politica” perché decisiva per “la ripresa di fiducia nelle Istituzioni”. Il Qatargate ci impone di non nascondere la testa sotto la sabbia».
❓”Onestà” è stato a lungo il vostro slogan. A distanza di anni non sembra che il Movimento sia riuscito ad aprire il palazzo della ma la politica come una scatoletta, per usare la metafora degli esordi. Come intendete incidere, cosa proponete per far fronte alla corruzione che resta emergenza?
«”Onestà” è stata sempre la premessa etica alla base di ogni nostra azione politica. In soli due anni e mezzo di governo abbiamo costruito degli anticorpi legislativi contro il virus della corruzione che l’Italia non aveva mai avuto. Ora la maggioranza Meloni sta abbassando le difese delle nostre istituzioni colpendo la legge Spazzacorrotti. Di fronte allo scandalo del Qatar lancio un appello a tutti i leader di partito: lavoriamo subito per approvare una legge sul conflitto di interessi e per regolamentare le lobby. Non possiamo permettere che i nostri parlamentari possano prendere soldi da Stati stranieri».
❓Ad essere lambita dalle ultime vicende è l’ala della sinistra per certi versi più aperta al dialogo con voi, quella di Articolo 1 e della sinistra Pd. Che impressione le fa?
«Non solo il popolo della sinistra ma tutti i cittadini italiani devono poter nutrire fiducia nei loro rappresentanti. Integrità morale ed etica pubblica non sono appannaggio di una sola cultura politica, non vengono ereditate in funzione di una tessera di partito. Sicuramente i partiti coinvolti da questo scandalo devono fare chiarezza al più presto. Non basta sospendere in fretta e furia un singolo europarlamentare. L’affarismo va affrontato alla radice. Di qui il mio appello».
❓Nulla a che vedere con le inchieste, ma in questi giorni si è tornato a discutere del ruolo degli ex premier D’Alema e Renzi, che hanno intrattenuto a vario titolo rapporti non propriamente politici con i Paesi e gli emirati del Golfo. Voi più volte avete attaccato Renzi, perché distinguerlo da D’Alema?
«È inaccettabile che un senatore della Repubblica, pagato dai cittadini, vada in giro per il mondo a fare il testimoniai di regimi autocratici dietro pagamento di lauti compensi”. Non è una frase mia ma di Calenda, pronunciata prima di allearsi con Renzi. Per una volta la penso come lui, ma non dobbiamo personalizzare: nessun parlamentare italiano deve ricevere contributi, a qualsiasi titolo, da un altro Stato. Quanto a D’Alema, ha dismesso da tempo incarichi pubblici. La differenza non è di poco conto».
❓A proposito di questione morale, Renzi sollecita una commissione di inchiesta sul Covid per l’operato del suo governo.
«Siamo favorevoli, nessun problema. L’importante è che si voglia approfondire in maniera puntuale e seria, che ci si voglia interrogare sullo stato della nostra sanità e su come è stata gestita la pandemia anche a livello regionale, evitando che venga utilizzata per scopi polemici e strumentali».
❓Il nuovo Codice degli appalti varato dal governo Meloni dovrebbe fare da argine alle infiltrazioni, nelle intenzioni dei promotori. È così? La convince?
«Il nuovo codice apre il varco alle infiltrazioni di comitati d’affari e malavitosi perché tra le varie criticità consente l’affidamento diretto di appalti fino a 500mila euro da parte di stazioni appaltanti non particolarmente ‘qualificate’. Si completa il disegno del governo, che agevola l’accesso ai benefici penitenziari per gravi reati contro la pubblica amministrazione e depotenzia lo strumento delle intercettazioni».
❓Manovra. Ulteriore scure sul reddito di cittadinanza da voi ideato: gli abili al lavoro nel 2023 potranno usufruirne non più per otto ma per sette mesi. Il sussidio viaggia ormai su un binario morto?
«Senza il M5S il Reddito sarebbe stato cancellato dal primo gennaio 2023. In nessun altro Paese le misure di sostegno agli indigenti penalizzano gli “occupabili”: il governo Meloni si sta assumendo questa grave responsabilità proprio alla vigilia di un anno in cui si prevedono altri 700mila poveri. Di fronte a questo folle disegno, stiamo già lavorando a delle misure regionali per aiutare i cittadini in difficoltà: partiremo dai territori prossimamente al voto».
❓E sul Mes, trattato dal governo Conte 1 e approvato dal Conte 2, qual è la vostra posizione? Siamo rimasti gli unici in Europa a non aver ratificato la riforma. Cosa dovrebbe fare il governo Meloni?
«Noi siamo contrari all’attivazione del Mes, perché strumento inadeguato e inadatto per le emergenze shock che stiamo attraversando, anche se abbiamo contribuito a migliorarne l’impianto originario. Meloni urlava contro il Mes e ora non sa che direzione prendere con la sua maggioranza. Ma se continua così non servirà attivarlo per ritrovarsi con la troika finanziaria: ormai si è stabilmente insediata a Palazzo Chigi».
❓Con il governo Draghi, sostenuto dai 5S, sono state inviate armi all’Ucraina. Perché adesso sostiene che non bisognerebbe più farlo?
«L’iniziale asimmetria tra le forze in campo, che avrebbe compromesso l’integrità territoriale e politica dell’Ucraina, è stata via via superata nel corso dei mesi. C’è sempre stato un grande assente in questo drammatico conflitto: il percorso di pace. Negoziato, mediazione, diplomazia: sono parole da troppo espunte dall’alveo delle soluzioni proposte dalla comunità internazionale. Mai come adesso, invece, la pace è l’unica soluzione non solo possibile ma necessaria».
❓Nel Lazio avete rotto l’alleanza col Pd, aumentando le chance di successo della destra. In Lombardia invece si va verso l’accordo sull’eurodeputato dem Majorino. Rischia di apparire come l’ennesima contraddizione nella linea del Movimento, non pensa?
«Abbiamo sempre detto di voler partire dalla piattaforma programmatica, così abbiamo fatto: sul Lazio non c’è stato modo di ragionare con il Pd, ad altre latitudini il dialogo ha dato frutti soddisfacenti. Ora ci occuperemo di nomi all’altezza degli ambiziosi progetti che abbiamo pensato per i cittadini laziali e lombardi».
❓Bonaccini o Schlein? Il primo sembra più disponibile al dialogo con voi.
«Non mi permetto di indicare le mie preferenze rispetto a una partita interna di un’altra forza politica di cui rispetto storia ed elettorato. Non farò come gli attuali vertici del Pd che hanno scelto di candidare alle elezioni chi ha provato a distruggere il M5S e la nostra linea di azione politica».
❓Ha lanciato un’opa sul Pd in grave crisi. Punta a diventare il vero leader del centrosinistra, lo ammetta.
«Il Movimento ha tracciato un percorso per la realizzazione in Italia della nostra Carta dei valori: giustizia sociale, etica pubblica, tutela ambientale. Pensiamo solo a percorrere la nostra strada».