Oggi in sede di Consiglio regionale la maggioranza Lega-SVP-PATT, ha bocciato la proposta di legge del M5S riguardante gli interventi per la valorizzazione e il riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
I Consiglieri regionali del M5S Alex Marini e Diego Nicolini, autori della normativa respinta dalle destre che governano il Trentino-Alto Adige, hanno duramente stigmatizzato l’accaduto, evidenziando le responsabilità dei partiti di maggioranza.
Il disegno di legge presentato era la misura minima da applicare in tutta Italia raccomandata dalla Conferenza dei presidenti delle assemblee regionali per la gestione pubblica dei beni confiscati alle mafie. Come noto, la criminalità organizzata è presente da anni anche in Trentino-Alto Adige e, a seguito della difficile congiuntura, sta diffondendo i suoi tentacoli sempre più a fondo nelle strutture sociali ed economiche delle 2 Province autonome. Di fatto esistono già beni confiscati alle mafie che però la politica locale si rifiuta di gestire. Come nel caso dell’osservatorio sulla criminalità organizzata, ci si trova di fronte a politici che rigettano ogni responsabilità e si oppongono a qualsiasi controllo sulla criminalità organizzata. Sono gli stessi partiti ai quali piace fare propaganda sulla microcriminalità ma che quando si tratta di occuparsi dei mandanti della stessa, basti pensare al traffico internazionale di droga che è in larga parte gestito proprio dalle mafie, si oppongono a qualsiasi controllo o verifica.
Purtroppo la verità è sotto gli occhi di tutti ed è chiarissima: nella politica trentina e altoatesina ci sono persone che dietro al paravento dell’Autonomia speciale nascondono comportamenti biasimevoli e l’evidente volontà di non far nulla, rischiando così addirittura di favorire, l’attività della grande criminalità organizzata.
A riprova di quanto sostenuto dai 2 consiglieri pentastellati si consideri che RimanDati2, l’ultimo rapporto di Libera in merito alle informazioni prodotte dagli enti locali sugli immobili sottratti alle mafie, ha evidenziato come tra le poche regioni che non assicurano alcuna forma di trasparenza ci sia anche il Trentino-Alto Adige. Le regole sulla trasparenza sono fondamentali per assicurare il corretto monitoraggio, il coordinamento degli interventi e la divulgazione delle informazioni sulle modalità di gestione dei beni al fine di renderle fruibili e confrontabili. Soprattutto, la trasparenza svolge la funzione di tenere alta l’attenzione della cittadinanza e dell’ente pubblico rispetto all’attività del crimine e delle mafie, rendendo più semplice arginarle e sconfiggerle. In Trentino attualmente gli immobili confiscati sono 16 (10 appartamenti, 5 box e un terreno), ma potenzialmente tale numero potrebbe aumentare in misura consistente, posto che, come detto, i fenomeni mafiosi non sono affatto circoscritti nelle regioni del Meridione d’Italia ma sono presenti in pianta stabile anche al Nord Italia e all’estero e che tali organizzazioni hanno dimostrato di avere una grande capacità di infiltrazione nell’economia legale, anche tramite professionisti e imprese che operano su territori non provvisti di misure di contrasto adeguate.