La pensione minima di un ex lavoratore incensurato è uguale al vitalizio di un politico condannato per corruzione? Per il MoVimento cinque stelle ovviamente no. E ha robusti e numerosi argomenti per dimostrarlo. Per evitare che la casta difenda se stessa, offendendo gli ultimi.
Secondo la destra, invece, è proprio così: una pensione per i più poveri e il vitalizio per un politico corrotto sono la stessa cosa. E la Lega e Forza Italia hanno difeso questa “tesi” al Senato, in Commissione contenziosa, pur di garantire migliaia di euro di vitalizio a Roberto Formigoni, ex presidente della Regione (del centrodestra) già condannato per mazzette nella Sanità.
Una decisione sensata? Non lo è, ad esempio, per il costituzionalista Michele Ainis. Al di là delle questioni più tecniche, emerge un dato di fondo: chi è condannato in via definitiva – per reati come quelli, poi – viene meno ai doveri di “disciplina e onore” indicati dall’articolo 54 della Costituzione. Merita quindi anche il vitalizio? Come un lavoratore che si è spaccato la schiena per una vita, senza essere un corrotto, un delinquente, un condannato?
Forse, per rispondere a questa domanda, non c’è nemmeno bisogno di scomodare un costituzionalista.