Ecco una sequenza drammatica di fallimenti economici per un Governo che dovrebbe andare a casa il prima possibile (fonti Istat, Banca d’Italia, Commissione Ue, Ufficio parlamentare di bilancio e Nadef):
1) L’Italia è ritornata allo ‘zero virgola’ per quanto riguarda la crescita del Pil nel 2024. Siamo dietro alla bellezza di 20 Paesi ma la Meloni festeggia.
2) Previsione di aumento del debito pubblico in rapporto al Pil, proprio a causa dell’azzeramento della crescita.
3) Svendita di partecipazioni di Stato come Poste, Eni, Ferrovie;
4) Calo della produzione industriale nel 2023, con 12 mesi consecutivi di segno negativo;
5) fallimento del ‘Carrello tricolore’ anti-inflazione, con il costo dei generi alimentari aumentato del 9,8% nel 2023, addirittura più del picco del 2022;
6) avvilente retromarcia sulla tassazione degli extraprofitti bancari, trasformata in un contributo facoltativo con azzeramento del gettito per lo Stato;
7) contrazione del credito bancario al settore privato a fine 2023 (-2,8%);
8) calo degli investimenti fissi lordi delle imprese nei primi 9 mesi del 2023 (-5,8%);
9) calo del potere d’acquisto delle famiglie nei primi 9 mesi del 2023 (-1,2%);
10) incapacità di messa a terra del Pnrr, con solo il 7,4% delle risorse spese a valere sul 2023;
11) tagli al Sud per 15 miliardi, tra definanziamento dei progetti Pnrr nei Comuni meridionali, tagli al Fondo di perequazione infrastrutturale, tagli al Fondo di sviluppo e coesione per finanziare il Ponte sullo stretto, tagli agli investimenti per la decarbonizzazione dell’Ilva;
12) definanziamento da 14 miliardi degli investimenti in sanità pubblica in rapporto al Pil rispetto al tetto lasciato in eredità dal Governo Conte II (dal 7,1 al 6,4% in rapporto al Pil);
13) rete unica delle telecomunicazioni, asset strategico per il Paese, regalata a un gruppo di fondi esteri con il Mef che butta oltre 2 miliardi per avere una misera e irrilevante partecipazione;
14) zero risorse per finanziare il Livelli essenziali delle prestazioni all’interno della sciagurata Legge Calderoli sull’autonomia differenziata, che spaccherà ancora di più il Paese;
15) un nuovo Patto di stabilità rifilato all’Italia dalla Germania, che comporterà tagli e nuove tasse per 12/20 miliardi l’anno, a seconda del percorso di rientro.