Il Fondo Nuove Competenze, lo strumento di politica attiva del lavoro creato dal governo Conte II per affrontare il rientro al lavoro durante la pandemia, sta dando ottimi risultati.
Gli ultimi dati forniti dall’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) e contenuti nella risposta ad una interrogazione a firma del capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Lavoro alla Camera, Niccolò Invidia, dicono infatti che al 30 giugno scorso più di 14mila aziende hanno fatto richiesta di accesso al contributo. Di queste, 5.595 sono state ammesse a fronte dei finanziamenti inizialmente programmati pari a 730 milioni di euro.
Grazie al Fondo, sono stati coinvolti in percorsi di sviluppo delle competenze più di 329mila lavoratori per oltre 40 milioni di ore di formazione.
A metà settembre, la Commissione europea ha concesso all’Italia 4,7 miliardi a titolo di REACT-EU, il programma che mira a riparare i danni socio-economici causati dalla pandemia. Il Fondo Nuove Competenze ha così ricevuto un sostegno aggiuntivo di 1 miliardo, somma che permetterà di inglobare le istanze presentate nei mesi scorsi.
Questa misura è stata pensata per permettere alle aziende, di qualsiasi dimensione e settore, di rimodulare temporaneamente l’orario di lavoro, convertendo una parte di ore in formazione pagate dallo Stato. Per farlo, occorre siglare un accordo sindacale e presentare dei progetti formativi per i propri dipendenti, fino a un massimo di 250 ore per lavoratore.
Si tratta di uno strumento fondamentale per affrontare i cambiamenti in corso nel mercato del lavoro, che può rappresentare un modello a cui guardare in vista della riforma degli ammortizzatori sociali e che ora va reso strutturale.