Di Roberto Gravina, coordinatore del Comitato “Enti Locali” del MoVimento 5 Stelle e consigliere regionale
Leggiamo con stupore che nella bozza del decreto preparato dal MEF, per dare attuazione ai tagli ai Comuni decisi dall’ultima Legge di bilancio, l’entità dei sacrifici imposti ai sindaci sarà proporzionale ai fondi ottenuti dal Pnrr, mortificando non soltanto gli enti locali ma penalizzando quelli più virtuosi.
La dissennata formula è: più fondi Pnrr hai ottenuto, più tagli ti impongo. Uno schema che a prima vista potrebbe apparire non privo di una certa logica, ma che in realtà è perverso, perché mischia furbescamente spese per investimenti (quelle del Pnrr ) e spese in conto corrente.
Un vero colpo basso da parte del governo di Giorgia ai danni dei Comuni che, invece di essere premiati per la loro capacità di attrarre fondi PNRR, vengono penalizzati
Inoltre il 29 maggio il ministro Piantedosi, interrogato al Question time alla Camera proprio su questo “decreto ammazza comuni”, ha dato una risposta a dir poco traballante.
Il decreto di Giorgetti attua, in maniera distorta, una norma della Legge di bilancio (comma 533 della legge 213 del 2023) che chiede di assegnare i tagli “tenuto conto” dei fondi PNRR ricevuti da ogni ente.
Una formulazione che si sta rivelando un salasso, penalizzando soprattutto i Comuni che hanno ricevuto maggiori finanziamenti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Non bastavano, quindi, il progetto dell’autonomia differenziata, peraltro aggravato dai tagli avvenuti a gennaio sul fondo perequativo infrastrutturale, che dai 4,4 miliardi previsti dal Governo Conte II è stato ridotto a 800 milioni, ed i tagli avviati sull’edilizia sanitaria.
Questa bozza di decreto ministeriale è un’ulteriore batosta economica per gli enti locali e ne ostacola la programmazione e lo sviluppo territoriale. Oltre a minare fortemente la già scarsa fiducia degli enti locali nel governo.
È inaccettabile che i Comuni più virtuosi e capaci di progettare e realizzare investimenti strategici vengano ora ulteriormente puniti, peraltro scaricando cinicamente su di essi la responsabilità di tagli che sono stati decisi a monte dal Governo.
Chi ha guidato, o guida un Comune, sa bene che i fondi non sono stati assegnati per magia ma solo grazie al lavoro straordinario degli uffici, che sono riusciti ad intercettare le opportunità del PNRR in mezzo alle difficoltà della pandemia (e dello smart working) e del rincaro dei prezzi derivanti dal conflitto in Ucraina.
Campobasso, solo per fare un esempio a me vicino, ha avuto la capacità di attirare circa 52 milioni di euro di finanziamento con il PNRR e ora è tutta da capire la percentuale dei tagli che è destinato a subire.
Questo decreto ministeriale, confezionato da Giorgetti e dal MEF ha, tra l’altro, del paradossale, ovvero penalizza proprio coloro che hanno permesso al nostro Governo di raggiungere buoni risultati in termini di Milestone e Target del Piano.
In piena campagna elettorale per le Europee, il Governo Meloni mostra una preoccupante ambiguità. È evidente che la mano destra non sa cosa fa la sinistra. Così, mentre il ministro Fitto, responsabile del PNRR, e il leader della Lega Salvini si affrettano a minimizzare l’attuazione di questa norma, dall’altra parte Giorgetti, anch’egli fra l’altro esponente di spicco del Carroccio, resta in silenzio e procede imperterrito su questa strada.
Questa instabilità e indecisione non consentono uno sviluppo e una programmazione adeguata per i Comuni e per gli enti locali. Si tratta di un comportamento irresponsabile che danneggia la coesione territoriale e la fiducia nelle istituzioni.
Aspettiamo che il ministro Fitto smentisca questa volta con i fatti il collega dell’Economia e rispetti le ragioni dei Comuni, sempre penalizzati quando si tratta di raggranellare risorse per accontentare i desiderata di alleati più attenti alla performance elettorale che ad altro.
Non possiamo che sperare nell’ennesima retromarcia del Governo, perché altrimenti vorrebbe significare che il progetto stesso del PNRR, nato proprio per privilegiare gli investimenti per le regioni del sud, verrà stravolto ancora una volta per ingraziarsi l’alleato leghista.
È tempo che la maggioranza si assuma le proprie responsabilità e lavori per il bene comune, senza penalizzare chi lavora per il progresso e lo sviluppo dei nostri territori.
Il Governo Meloni dovrebbe ritirare questa bozza di decreto che, se approvata, avrà conseguenze disastrose per gli enti locali e per l’intero Paese.