La lotta alla mafia non è un capitolo di spesa, è un investimento per la crescita della Lombardia, delle sue imprese e dei suoi cittadini onesti. Un concetto che la Giunta Fontana sembrerebbe non condividere. Per questo i consiglieri del Movimento 5 Stelle sono pronti a dare battaglia in Aula, affinché le risorse destinate alla lotta alla mafia non siano tagliate.
Se il centrodestra decidesse di proseguire su questa strada, minerebbe alcuni dei fondamenti stessi delle politiche antimafia: i beni confiscati, che rappresentano il presidio tangibile della presenza mafiosa sul territorio lombardo e il modo in cui le Istituzioni possono vincerla.
Quando, come Commissione Antimafia, i consiglieri regionali vanno a parlare nelle scuole mostrano le foto degli immobili confiscati vicini a casa loro. I ragazzi di oggi sono lontani, nel tempo come nello spazio, dal periodo stragista, quindi dobbiamo insegnare loro come si mimetizza la mafia e quanto, a loro insaputa, ne siano circondati.
Anche per questo è assolutamente fondamentale che non vengano tolte risorse per il recupero e il riutilizzo ai fini sociali dei beni confiscati alla mafia.
Grave anche il taglio dei fondi per le campagne formative contro l’usura e il racket e l’educazione alla legalità, che ricordiamo essere una delle quattro competenze della Commissione Speciale, della quale è presidente la nostra portavoce Paola Pollini.
Alla Giunta Fontana non sembrano nemmeno interessare i sacrifici che la lotta alla mafia ha comportato: se fossero confermati anche i tagli alle iniziative a sostegno delle vittime della criminalità e delle mafie, da gennaio, queste saranno vittime due volte.
I tagli sono messi nero su bianco nelle tabelle allegate al bilancio di previsione 2024-2026.
Ci dicono che il “contributo agli enti locali per il recupero e l’utilizzo a fini sociali o istituzionali dei beni confiscati alla criminalità passerà dai quasi 2 milioni di euro spesi nel 2023 a 1 milione e 200mila euro previsto per il prossimo anno. Le risorse per i “contributi ai concessionari per il recupero e il riutilizzo ai fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata” passeranno dall’attuale stanziamento di 300mila euro ai 100mila previsti per il prossimo anno. Azzerati invece – stiamo parlando di circa 80mila euro – le risorse e “iniziative di comunicazione, informazione e sensibilizzazione per prevenire il fenomeno dell’usura”.
Regione Lombardia non prevede nemmeno di rinnovare lo stanziamento di 25mila euro dedicato ai “trasferimenti ad amministrazioni locali per azioni orientate all’educazione e alla legalità”. I tagli non hanno risparmiato nemmeno le vittime della criminalità e della mafia e i “trasferimenti correnti ad amministrazioni centrali per iniziative a sostegno delle vittime della criminalità e della mafia” passano da 140 a 100mila euro, mentre i “trasferimenti correnti ad amministrazioni locali per iniziative a sostegno delle vittime della criminalità e interventi per la prevenzione” calano dai 254mila euro previsti nel 2022 ai 30mila a bilancio per il 2024.
Pochi giorni fa la Dr.ssa Dolci, sostituto procuratore della DDA di Milano, e il Prof. Nando Dalla Chiesa, hanno lanciato un allarmante messaggio di allarme sulla massiccia e radicata presenza di tutte le cosche mafiose nazionali ed estere, in primis la ‘Ndrangheta, sul territorio lombardo.
Eppure, con i tagli al bilancio, la Giunta sembra voler andare esattamente nella direzione opposta. Per questo il Movimento 5 Stelle Lombardia ha depositato un Ordine del giorno alla prossima legge di bilancio regionale: pretendiamo che le risorse tagliate siano immediatamente ripristinate.