Non sono più accettabili ricatti che mettono in contrapposizione il lavoro con la salute.
La sentenza della Corte d’Assise di Taranto sul disastro ambientale prodotto dallo stabilimento siderurgico dell’Ex Ilva è il riconoscimento dell’immane sofferenza inflitta alla città e ai suoi abitanti da una gestione criminale.
Bisognerà attendere per leggere le motivazioni delle condanne ma è chiaro fin da subito che è arrivata una decisione storica con cui i giudici hanno affermato che la logica del profitto non può mai prevalere sul diritto dei cittadini a vivere in un ambiente sano.
Le condanne non ridaranno alle famiglie tarantine i propri cari e non sono un risarcimento per le sofferenze che la città ha dovuto subire ma possono rappresentare il primo passo verso un futuro migliore.