Per abbandonare le fonti fossili al fine di produrre energia elettrica abbiamo bisogno di accumularla. Un modo molto efficiente è utilizzare le dighe collegate alle grandi concessioni idroelettriche. Perciò le dobbiamo proteggere con il Golden Power.
Che cos’è il Golden Power? Tanti cittadini ne sentono parlare, leggono titoli sui giornali o ascoltano servizi televisivi, ma per ovvie ragioni non sanno nello specifico di cosa si tratta. Per usare un esempio figurativo, si tratta di uno scudo, attraverso il quale lo Stato protegge i suoi beni dagli assalti speculativi delle grandi società estere, a partire da quei fondi – noti come hedge fund – che hanno capacità finanziarie abnormi. Alcuni dei quali (non solo hedge) molto potenti in termini finanziari sia a occidente che a oriente dell’UE. Giusto per fare qualche esempio di questi fondi: lato Usa ci sono BlackRock, che ha a disposizione 10 trillon dollars, cioè 10 mila miliardi di dollari, e Bridgewater mentre lato Asia ci sono fondi sovrani come il China investment corporation, che ha 800 miliardi di dollari, e i fondi sovrani di Abu Dhabi e del Qatar.
La disciplina della Golden Power nacque nel 1994, l’epoca delle privatizzazioni, ed è stata poi modificata nel 2012 a seguito dei richiami della Corte di giustizia dell’Unione europea, secondo cui quella disciplina era un po’ troppo invasiva. il Governo Conte, nel 2019, ha esteso questo “scudo” al campo delle telecomunicazioni e del 5G. E nell’appena approvato decreto Taglia-Prezzi, grazie a un emendamento a firma del senatore Andrea Cioffi, la disciplina è stata ulteriormente ampliata nel settore delle telecomunicazioni, dei trasporti e dell’energia.
Riguardo al segmento energia, in queste settimane stiamo affrontando un quadro fortemente critico e di incertezza, di cui abbiamo avuto più di un’avvisaglia all’inizio dell’anno ma che si è manifestato compiutamente con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Le bollette hanno raggiunto cifre spropositate, si cercano alternative al gas russo, e purtroppo non si fa nulla per arginare le dinamiche speculative del mercato dei Title Transfer Facility (TTF), che contribuiscono a far lievitare il prezzo del gas. Di fronte a questa situazione si è tornati con forza a parlare di energie rinnovabili, l’unica soluzione per liberarci dalla dipendenza dei paesi produttori di gas e petrolio. Ovviamente per realizzare questa trasformazione l’industria nazionale e comunitaria va aiutata a produrre i componenti e i macchinari delle rinnovabili, per non passare dalla dipendenza delle fonti energetiche alla dipendenza dei componenti industriali.
Ecco, il cuore dell’emendamento appena approvato è proprio l’estensione del Golden Power alle concessioni nell’idroelettrico. Un settore, questo, che rappresenta una specificità tutta italiana, vista la nostra unicità in tema di risorse idriche, grazie all’ampia porzione di territorio dell’arco alpino che ci offre ricchezze e opportunità.
Questo asset da anni “stuzzica” i più famelici appetiti finanziari e, dunque, vi era la necessità di proteggerlo. Approvando il decreto Taglia-Prezzi, abbiamo consentito allo Stato di fare lo Stato, cioè di affermare la sua supremazia sulle regioni mettendo un argine a storture createsi in seguito alla riforma del titolo V della Costituzione. Il Golden Power infatti ora viene esteso anche alle regioni e, con le novità che metteremo a punto prossimamente nel Ddl Concorrenza, avremo un quadro normativo finalmente all’avanguardia.
Questo consentirà all’intero settore italiano dell’idroelettrico di aprire una nuova stagione, più ricca di investimenti. Le centrali potranno essere efficientate e gli invasi aumentati. Ci saranno più tutele per i lavoratori e progetti più efficaci nel contrasto al dissesto idrogeologico.
La produzione di energia rinnovabile è la vera locomotiva della transizione ecologica. Da oggi, questa locomotiva può correre di più e non preoccuparsi degli scambi lungo il percorso.