Di Iunio Valerio Romano
In Italia si continua a morire sul lavoro e di lavoro. Nel 2021 l’Inail ha contato 1.221 incidenti mortali nelle aziende. Un dato indegno per un Paese civile, che impone un intervento da parte della politica.
Il M5S da tempo sollecita a più livelli un impegno maggiore su questi temi. Serve un segnale, forte e simbolico, ma serve adesso. Per queste ragioni mi sono fatto promotore di un ddl costituzionale che inserisca espressamente la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro con una modifica degli articoli 36 e 37 della Carta costituzionale.
La modifica ne amplierebbe la portata, introducendo un richiamo esplicito con l’enunciazione di due nuovi principi che devono fondare qualsiasi tipologia di rapporto di lavoro: il diritto a lavorare in condizioni ambientali sicure, così da assicurare e garantire la protezione della salute fisica e psichica della persona che lavora, in osservanza al principio di precauzione a cui è tenuto il datore di lavoro, e il diritto di scegliere tempi e modi della propria genitorialità senza subire pregiudizi sul piano del rapporto di lavoro, consentendo a tutti e a tutte di conciliare al meglio famiglia e vita professionale in condizioni di pari opportunità e trattamento.
Si tratta di principi basilari, che una volta cristallizzati in maniera esplicita nella nostra Costituzione, possono renderla ancora più attuale e vicina alle istanze dell’Italia degli anni 2000 e che, oltre a contribuire al progresso della società contemporanea del secolo appena iniziato, potrebbero agevolare quel processo stesso di crescita culturale che la nostra Costituzione annovera e include tra i compiti fondamentali della Repubblica.