Alcune settimane fa su The Post Internazionale veniva pubblicata una importante inchiesta dal titolo “Il clima uccide l’arte”, in cui venivano segnalati ben 28 mila siti culturali in pericolo a causa dell’impatto dei cambiamenti climatici.
Il Movimento 5 Stelle, con la nostra senatrice Michela Montevecchi in prima linea, da tempo segue questo tema e ieri in Parlamento è arrivato un primo, importantissimo, risultato. Dopo un lungo lavoro è stata approvata all’unanimità dalla commissione Cultura del Senato la Risoluzione Montevecchi che impegna il governo e i ministeri competenti a mettere in campo tutte le azioni di tutela del nostro patrimonio culturale e paesaggistico dall’impatto dei cambiamenti climatici.
Un documento importante, innovativo, che indica la strada per un’agenda politica tesa a proteggere quel tesoro diffuso di cui il territorio italiano è costellato. Un patrimonio tanto prezioso quanto fortemente a rischio, anche a causa delle fragilità che caratterizzano molti nostri territori: il Rapporto dell’Osservatorio di Legambiente Cittàclima (2020) ha rilevato che sono ben 28.483 i siti esposti ad alluvioni mentre 37.847 sono i beni a rischio frane.
A questi potenziali danni si aggiungono quelli dovuti alla perdita di biodiversità, al cambiamento d’uso del suolo e all’alterazione dei cicli naturali. Una vera e propria emergenza, quella della protezione del patrimonio culturale e paesaggistico, che è già entrata anche nelle agende degli organismi internazionali.
La Risoluzione Montevecchi è il frutto di un lavoro lungo e condiviso, che ha visto la partecipazione del mondo dell’università e della ricerca, delle istituzioni e del Terzo Settore. Nel documento finale si impegna il governo a:
- promuovere l’adozione degli strumenti di pianificazione paesaggistica e territoriale non ancora adottati;
- incrementare le risorse umane e strumentali impegnate nelle attività di tutela e conservazione;
- valorizzare le professioni e le elevate competenze che abbiamo nel settore culturale;
- proseguire l’attività di mappatura dei siti industriali abbandonati al fine di riqualificarli nell’ottica del contrasto del consumo di suolo;
- implementare la Carta del Rischio del patrimonio culturale tramite una piattaforma open source;
- considerare i musei come istituzioni strategiche per la conoscenza del tema della crisi climatica;
- promuovere progetti di divulgazione scientifica all’interno di ambienti interattivi;
- favorire attività di valorizzazione ecosostenibile tesi anche ad alleggerire lo stress antropico dovuto a flussi turistici massicci.
Qui il link al documento approvato
Infine, siamo fieri del fatto che sia emerso il ruolo attivo che la cultura può e deve avere nel percorso di una transizione ecologica che sia equa e inclusiva.
Ora si continua a lavorare in prima linea per la realizzazione di ogni singolo punto, per il nostro Paese e soprattutto per le generazioni future.