Il disegno di legge Sicurezza del governo Meloni è la negazione del suo titolo perché non porta più sicurezza e in compenso crea un clima di repressione del dissenso politico e sociale. Sicurezza è prevenire e reprimere i reati, ma anche assicurare il rispetto delle regole. La sicurezza è vera se ci sono la difesa dei cittadini e la tempestività dell’intervento e della sanzione.
Il disegno di legge invece non stanzia risorse per assumere agenti delle Forze dell’Ordine che hanno carenze enormi. Sono stati bocciati tutti gli emendamenti del M5S e di altre opposizioni per finanziare nuove assunzioni straordinarie nel comparto Sicurezza e tra i magistrati. E invece sono proprio queste le decisioni da prendere per tutelare la serenità dei cittadini e contrastare l’illegalità, perché senza risorse umane efficienti e gratificate non si fa sicurezza concreta. I cittadini chiedono la presenza dello Stato strada per strada, piazza per piazza, nelle stazioni, nei quartieri difficili e ovunque serva.
Sicurezza, legalità e diritti: questo deve garantire lo Stato. La sicurezza deve essere costruita nel rispetto dei princìpi e dei valori costituzionali che pongono la libertà al vertice di tutti i diritti e la solidarietà come fondamento della nostra democrazia. Il Governo invece intende la sicurezza come inasprimento delle pene e introduzione di nuovi reati: già questo evidenzia la sua miopia. Ma quel che è peggio è che l’aumento delle pene e l’introduzione di nuovi reati restringono gli spazi di dissenso e protesta, che sono espressione del disagio, dell’emarginazione e del degrado sociale. L’Italia ha bisogno di politiche di sostegno e di inclusione, di una sanità veramente accessibile a tutti, di politiche abitative, di scuole nuove. Ma dal governo non arriva nulla di tutto questo. C’è solo repressione. Sono consapevoli del fatto che con le loro politiche economiche di austerità e i tagli alle politiche sociali, aumenteranno rabbia e dissenso tra milioni di cittadini. Quindi si preparano con la repressione penale.
Con il Ddl Sicurezza si sono inventati la norma punitiva verso chi protesta contro il Ponte sullo Stretto o la Tav. Introducono una pesante aggravante, rispetto a una pena già dura, in caso di minaccia o resistenza a pubblico ufficiale se la protesta riguarda un’opera pubblica o un’infrastruttura strategica. Quindi secondo il governo Meloni l’aggravante consiste nel dissenso politico e sociale rispetto ad un’opera.
Non solo: puniscono con il carcere il blocco stradale e ferroviario di chi ostacola la circolazione con il proprio corpo. È stato modificato da illecito amministrativo a delitto. Così facendo, si è criminalizzata, andando oltre la sanzione economica, una condotta non aggressiva.
Si punisce con il carcere anche la pacifica resistenza passiva di un gruppo di detenuti. Si pensi ad esempio a tre detenuti che si siedono davanti la cella rifiutando di entrarvi in segno di protesta per le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere. Si pensi a chi rifiuta di mangiare il cibo scaduto, di entrare in una cella dove il caldo è insopportabile o dove imperversano gli scarafaggi.
Con questa maggioranza e questo governo Gandhi sarebbe finito in galera e avrebbero buttato la chiave.
Il governo non si rende conto che la prima esigenza sarebbe quella di restituire dignità ai detenuti e insieme restituire autorità e dignità agli agenti della Polizia penitenziaria. Come per le altre Forze dell’Ordine, è necessario reintegrare l’organico della Polizia penitenziaria, perché possa effettivamente fare fronte alle enormi esigenze.
Con il nuovo reato sulle occupazioni abusive di immobili il governo e la maggioranza fanno un’operazione superflua perché le norme punitive ci sono già. Ma soprattutto con questa novità vogliono colpire tutti, anche chi ha subìto uno sfratto perché non riesce a pagare l’affitto. E’ una norma socialmente spietata e incostituzionale. E a farlo sono gli stessi partiti che hanno lasciato vuoto il fondo per il sostegno all’affitto e quello per le morosità incolpevoli, gli stessi che hanno respinto i nostri emendamenti che puntavano a rifinanziare quei fondi. Non fanno nulla per garantire il diritto a una casa alla sempre più ampia fascia della popolazione più povera.
In preda alla loro furia ideologica passano anche sopra i diritti inviolabili dei bambini e rendono facoltativo e non più obbligatorio il rinvio della pena in carcere per le donne in gravidanza e le madri con i figli sotto l’anno. Pur di fare propaganda sono pronti a far vivere dietro le sbarre i primi mesi di vita di alcuni bambini, che sono sempre e comunque innocenti.
Si sono scagliati anche sulla Cannabis light vietando l’importazione, la cessione, la lavorazione, la distribuzione e il commercio delle infiorescenze della canapa, anche quella con quantità inferiore allo 0,2% di Thc.
La furia ideologica di questo governo sta per mettere in ginocchio un’intera filiera, quella della canapa industriale. Parliamo di tremila aziende e quindicimila lavoratori. Non solo si colpisce la cannabis light, ma si rende anche passibile di reato ogni produzione derivante dalla canapa. Parliamo ad esempio di prodotti commerciali della cosmesi, del mondo dell’erboristeria, di integratori alimentari e molto altro. La Germania sta andando in direzione esattamente opposta e i prodotti tedeschi presto sostituiranno quelli italiani. Altro che patrioti.
Il Ddl rende anche permanente l’autorizzazione per i Servizi Segreti a compiere azioni che configurano reati, anche molto gravi, e inasprisce le pene carcerarie per il reato di accattonaggio, con pena fino a 6 anni e addirittura oltre in caso di aggravanti.
I dati sulla criminalità sono in crescita dal 2023, con buona pace della propaganda di Meloni e Salvini. Più rapine, più reati violenti, più truffe. I cittadini chiedono sicurezza ma dal governo ottengono solo il bavaglio della protesta e tanta propaganda. Sicurezza solo a parole, diritti calpestati per tanti.