di Gianni Pietro Girotto
Stiamo pagando carissimo le scelte sbagliate degli anni passati che ci hanno legato alle fonti fossili, al petrolio e al gas. Ora dobbiamo liberarci da questo cappio al collo e puntare alla transizione energetica come a una grande opportunità.
Va riformato e completato il mercato energetico, ancora strutturato per il vecchio modello fossile, e ripensata la fiscalità, per ridistribuire equamente i sacrifici e i vantaggi. Vanno liberate le Fonti Rinnovabili, che rimangono la migliore soluzione, da una serie di ostacoli irragionevoli. Dobbiamo poi accelerare su autoproduzione, autoconsumo ed efficientamento energetico e rafforzare le comunità energetiche, sia nel settore privato che in quello pubblico, sfruttando i tanti fondi a disposizione.
Tutti questi temi sono inclusi in una mozione che ho appena depositato, sottoscritta da tutto il Gruppo M5S al Senato. Si tratta di una “cassetta degli attrezzi”: un manifesto verso un nuovo modello energetico efficiente, sicuro e democratico.
I 27 impegni che chiediamo al Governo attraverso la mozione, che è frutto di proficue interlocuzioni avute con imprese, i consumatori ed enti territoriali, rappresentano interventi concreti, strutturali e finanziari, con effetti immediati nel breve e lungo periodo, che mettiamo a disposizione del Governo affinché ne faccia tesoro nella messa a punto del nuovo decreto contro il caro energia.
L’attuale incremento dei costi è dovuto a un’ancora troppo forte dipendenza dalle fonti fossili e a speculazioni sui profitti legati ai mercati dell’energia. Le fonti rinnovabili, che rappresentano la vera e definitiva soluzione, sono ancora irragionevolmente ostacolate. Se al momento la priorità è recuperare le risorse per calmierare i prezzi delle bollette per cittadini e imprese, in attesa di misure strutturali, è il caso di andarle a recuperare anche da chi in questa emergenza sta godendo di extra-profitti.
Continuare a proporre trivelle e nucleare di nuova generazione è una falsa soluzione che non tiene conto né dei tempi né dei costi reali. Non dimentichiamoci che è la stessa Commissione europea a chiederci di premere l’acceleratore verso una transizione all’energia pulita come migliore assicurazione contro le crisi dei prezzi, come quella che l’UE si trova ad affrontare oggi.
Perseverare con l’attuale modello energetico sarà un diabolico bagno di sangue, non il contrario.
Avere chiaro cosa possiamo fare e quali strumenti abbiamo a disposizione, è il primo passo per iniziare a farlo. Utilizzarli significa non solo ridurre i costi delle bollette, ma anche aumentare l’autonomia energetica di famiglie e imprese, affrancarci concretamente dalle fossili, rispettare in pieno gli obiettivi climatici, combattere la povertà energetica e alimentare un circolo virtuoso di lavoro sostenibile che protegge l’ambiente, noi stessi e le future generazioni.