105mila migranti giunti in Italia dall’inizio dell’anno, di questi circa 40mila arrivati tra luglio e agosto. Sono numeri che doppiano quelli del 2022, dati che non raccontano solo un’emergenza umanitaria ma soprattutto un’emergenza politica: quella di un Governo incapace di affrontare la questione migratoria con serietà e realismo.
Una volta al potere il centrodestra ha dimenticato l’urgenza del tema: il blocco navale è tornato nel cassetto, l’allarme invasione non agita più i sonni di Salvini e la premier Meloni non farnetica più di surreali sostituzioni etniche.
Eppure un anno fa, quando il Paese veniva bombardato dalla propaganda elettorale della destra e gli sbarchi erano la metà di quelli odierni, FdI e Lega non facevano che parlare di immigrazione.
Tornate ad agosto 2022, fate un giro sulle pagine social delle forze di destra e dei loro leader: era tutto un preludio di catastrofi imminenti, post e grafiche che si rincorrevano con altissima frequenza tanto era sentita la questione.
Oggi, invece, è tutto rose e fiori – nonostante il fallimento del decreto Cutro, gli hotspot al collasso e un meschino scaricabarile sulle spalle dei sindaci che si trovano a gestire in solitudine l’accoglienza. Sui giornali e nei telegiornali non sentiamo più esponenti della maggioranza parlare di barchini e barconi, di rimpatri e di sicurezza. Un silenzio che fa molto rumore.
La verità è che con il furore ideologico non si può governare la complessità del fenomeno migratorio. Da Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha lavorato in Europa per una gestione comunitaria e solidale dell’immigrazione, affinché i confini geografici italiani riflettessero un approccio politico europeo. Meloni avrebbe fatto bene a ripartire da lì, anziché ergersi a paladina dell’interesse nazionale salvo poi chinare il capo davanti ai capricci di Orbàn e Morawiecki. A Bruxelles la premier ha sinora racimolato qualche vaga promessa d’impegno, senza contare che gli accordi sottoscritti con il Presidente tunisino Saied per bloccare le partenze illegali – rivendicati come un grande successo – si stanno dimostrando un clamoroso bluff.
L’Italia merita di più di un finto sovranismo a tempo determinato.