Walter è stato accusato di spaccio. Ma Walter, affetto da una grave forma di artrite reumatoide, coltivava cannabis per curarsi. Perché le dosi che gli garantiva lo Stato non bastavano ad alleviare il dolore. Poi sono iniziate le indagini per coltivazione di sostanze stupefacenti. Ha rischiato fino a 20 anni di carcere.
Oggi Walter è stato assolto da ogni accusa e siamo felici per lui.
La sua storia è una voce tra le tante che chiedono aiuto e per noi si tratta di sostenere chi soffre. È compito dello Stato restituire dignità e assicurare cure a queste persone, non possiamo quindi permettere che restino sole nell’affrontare la loro battaglia.
Per questo abbiamo proposto un disegno di legge in linea con la recente sentenza della Cassazione e ci auguriamo davvero che questa occasione venga presa al volo per depenalizzare la coltivazione domestica.
Non c’è più tempo da perdere. “Il dolore non aspetta” ha scritto Walter al Presidente della Repubblica. Noi cosa stiamo aspettando ad aiutare chi soffre?