di Nunzia Catalfo, Michela Montevecchi e Alessandra Carbonaro, parlamentari M5S
Il Movimento 5 Stelle sta portando avanti un lavoro costante, nelle commissioni parlamentari cultura e lavoro, per dare risposte concrete e strutturali ai lavoratori della cultura e dello spettacolo. Lo stiamo facendo nella piena consapevolezza del valore immenso che il lavoro nella cultura e nello spettacolo è capace di custodire e di generare, ma anche e soprattutto delle gravissime sofferenze patite dalla filiera dello spettacolo in Italia.
I numeri parlano da soli: si è passati dai 330.000 lavoratori dello spettacolo del 2019 ai 260.000 dell’anno successivo, con un decremento pari al -21%. Nello stesso periodo si stima siano stati bruciati quasi 8 miliardi di euro, con un volume di affari che ha segnato un rosso del -73%. Una catastrofe.
A farne le spese sono stati migliaia di lavoratori, le cui vite sono stravolte dalla crisi e le cui professionalità sono state perdute, in assenza di strumenti giuridici idonei a tutelarli nel periodo di chiusure forzate.
Abbiamo condotto un lavoro non facile, confortati dal supporto e dalla collaborazione delle associazioni di categorie e di settore, che sta portando a frutti importanti. Uno dei più importanti è il riconoscimento giuridico dei Live Club quali soggetti che operano in modo prevalente per la promozione, la diffusione e il sostegno di produzioni musicali dal vivo. Una misura attesissima da tutto il settore, che consentirà a questi spazi e a chi ci lavora di operare con maggiori garanzie e tutele, dando impulso a tutta la filiera della musica dal vivo.
Non solo. Sempre nella Delega Spettacolo abbiamo previsto l’istituzione del Sistema a rete nazionale degli Osservatori dello spettacolo e per l’attivazione all’Inps dello Sportello unico per lo spettacolo, nonché norme che garantiscono l’equilibrio di genere nella ripartizione dei contributi del Fondo Unico per lo Spettacolo, con l’intento di incentivare e stimolare, attraverso l’inserimento esplicito di misure attive, il rispetto di quella parità di genere che è rimasta troppo indietro.
Infine, uno degli strumenti più importanti in assoluto: l’indennità di discontinuità. Con questa misura sarà possibile riconoscere la specifica natura “discontinua” delle professioni creative. L’indennità di discontinuità, infatti, riconosce i tempi di preparazione, formazione e studio quali parti integranti dei tempi di lavoro effettivo, perché connaturati e indispensabili per chi svolge un lavoro delle arti performative. In altre parole, l’indennità di discontinuità riconosce il tempo fino ad oggi ritenuto di non attività come tempo di lavoro indispensabile.
Tutto questo e molto altro è il frutto del lavoro che stiamo portando avanti con le associazioni di settore, che non smetteremo mai di ringraziare per la capacità di resistenza durante l’emergenza e per il grande bagaglio di esperienza e di partecipazione messa a disposizione del Parlamento per portare avanti questa battaglia comune. Adesso l’obiettivo è giungere al più presto all’approvazione definitiva del testo, per rendere operative e strutturali queste misure di civiltà.