
È un fatto: il Ministero dell’Interno ha declassato l’aeroporto di Genova portandolo dalla categoria 8 del servizio antincendio ICAO alla categoria 7. Significa che lo scalo subirà un significativo taglio del personale destinato a vegliare sulla sicurezza di utenti e lavoratori: parliamo di 2 squadre di Vigili del fuoco, cioè 12 unità dedicate ai servizi di emergenza e sicurezza aeroportuale.
Interrogato in Parlamento al Question time, il sottosegretario all’Interno Ferrante ha confermato il declassamento ritenendolo “oggettivamente necessario” (cit). Perché, di grazia? Possiamo affermare che la decisione del Governo fa a pugni con le intenzioni della destra ligure che ha più volte dichiarato di voler investire sullo scalo, aumentando i passeggeri da 1,5 a 3 milioni di passeggeri?
Interrogato oggi in Aula, l’assessore regionale Scajola si è letteralmente arrampicato sugli specchi. Non posso che consigliargli una rilettura – va bene anche sommaria, tanto è evidente il declassamento del Colombo – della risposta del sottosegretario, dove il taglio del personale è chiaramente enunciato, e senza nemmeno tanti giri di parole.
Morale: non cambiamo idea, semplicemente perché la matematica non è un’idea. E in questo caso, il Governo ha confermato i nostri timori. L’aeroporto di Genova dovrà a fare a meno del 20% di Vigili del fuoco. Questo in una città dove la carenza di pompieri si attesta oggi sul 30%, mettendo in seria difficoltà il soccorso tecnico urgente, che non ha bisogno di ulteriori tagli. Una città che da anni attende che si tenga fede alla promessa di aprire un distaccamento nel levante cittadino.
Noi non staremo con le mani in mano: come M5S continueremo a batterci in tutte le sedi per la salvaguardia dei cittadini, chiedendo una maggiore e più puntuale attenzione per il corpo dei pompieri chiamato a vegliare sulla sicurezza e a risolvere le emergenze.