Dalla conferenza stampa ‘Quale antimafia?’ organizzata al Senato dal Movimento 5 Stelle, a cui hanno partecipato Giuseppe Conte, presidente M5S; Stefano Patuanelli, capogruppo M5S al Senato; Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera; Federico Cafiero De Raho, deputato M5S e vice presidente della commissione Antimafia; Roberto Scarpinato, senatore M5S e componente della commissione Antimafia; Luigi Nave, capogruppo M5S in commissione Antimafia; Giuseppe Antoci, europarlamentare M5S.
Roberto Scarpinato: Il tema delle stragi non riguarda il passato ma è di scottante attualità politica. Dietro le stragi neofasciste ci sono pezzi dello Stato italiano. Per decenni apparati dello Stato hanno operato per depistare e occultare. È drammatico che non possiamo raccontarci questa storia come una storia al passato. Il passato non passa. In una sala del Senato un esponente di vertice dell’attuale maggioranza ha celebrato il generale Maletti. Esponenti di vertice della maggioranza vogliono riscrivere la storia continuando a negare le responsabilità dei neofascisti ad esempio nella strage di Bologna. Inquietante che nel principale partito di maggioranza si indichino come guide responsabili della strategia della tensione. Si vuole utilizzare il bastone del comando per riscrivere la storia.
Sulle stragi del ’92 e del ’93 c’è una serie impressionante di depistaggi. E non ci sono solo i depistaggi a legare le stragi neofasciste a quelle mafiose. Le stragi del ’92 e ’92 non furono solo stragi di mafia”. Ho fatto tesoro di tutto quello che avevo capito e ho depositato una memoria di 57 pagine in cui ho indicato tutti i buchi neri delle stragi, indicando alcune piste nuove da seguire. Il risultato? Ho sentito un ostracismo crescente, una insofferenza nei miei confronti. Hanno parlato di un mio conflitto di interesse, hanno tentato di buttarmi fuori.
C’è una grave responsabilità politica della maggioranza che si rifiuta di occuparsi delle stragi. Non si interessano delle stragi, perché se si seguono queste piste si arriva a casa loro. Hanno tentato di screditare Falcone e Borsellino quando cercavano le stesse piste.
Federico Cafiero De Raho: Perché vengo attaccato? Evidentemente c’è qualcuno che si sente toccato, anche perché le indagini hanno portato in alcuni casi anche a condanne definitive per soggetti che hanno avuto ruoli esponenziali in determinati partiti politici. Non riesco a spiegarmi se non attraverso una finalità di vendetta il fatto di attaccarmi in questo modo. D’altro canto la Commissione Antimafia dovrebbe avere un ruolo di coesione per la finalità che si propone e dovrebbe essere comune a tutti: se questo non c’è un motivo ci sarà. Il mio stato d’animo è di grande serenità. Una volta mi intimidiva la mafia e io ho continuato con impegno. Anzi, più c’è condizionamento e intimidazione tanto più c’è impegno. Questo è quanto ho imparato in 44 anni di magistratura in cui ho trattato tutte le mafie. Tutte. Minacce ne ho avute tantissime. Sono abituato ad essere attaccato ma non ho mai fatto un passo indietro.
Giuseppe Conte: Non siamo disponibili ad assistere a questo dossieraggio istituzionale, a consentire questa denigrazione e delegittimazione politica, il Movimento 5 stelle ha fatto una scelta rispetto al passato. Abbiamo ritenuto che per combattere battaglie politiche molto puntuali bisogna acquisire capacità ed esperienze, e la presenza di Scarpinato, De Raho e Antoci nasconde questo disegno politico. Loro sono il Movimento 5 stelle e il Movimento 5 stelle è con loro e con tutte le forze sane della società che si battono con noi.
Giuseppe Antoci: Dare dignità a quelle persone che hanno perso la vita nelle stragi, a coloro che sono rimasti e che combattono per vederla rispettata, significa in fondo dare dignità alle Istituzioni. Ed è con un’ultima parola che voglio concludere: non io, ma il nostro Paese, le Istituzioni, la commissione nazionale Antimafia la dovrebbero pronunciare in maniera chiara nei confronti di due alti servitori dello Stato come Federico Cafiero de Raho e Roberto Scarpinato. Quella parola è “grazie”.