Di Mariolina Castellone
Cinque priorità per la sanità italiana che vanno integrate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Perché la grande sfida da vincere adesso è trasformare le tante cose fatte in emergenza in interventi strutturali. Con una visione ben precisa e con il coraggio di rompere con il passato inserendo nel Pnrr alcune delle proposte legislative già depositate in Parlamento.
- La medicina generale; se non sarà integrata in modo organico all’interno della medicina territoriale, nelle case della salute, nell’assistenza domiciliare, c’è davvero il rischio che la riorganizzazione della sanità disegnata nel PNRR fallisca. L’integrazione deve partire dalla formazione dei medici di medicina generale, oggi demandata alle Regioni e non specialistica, per arrivare alla ricerca e alla raccolta dei dati sanitari che vengono dal territorio. Dobbiamo riflettere, per esempio, sui cortocircuiti che purtroppo si sono verificati durante la pandemia in merito alle terapie domiciliari per i pazienti covid: è successo anche perché i dati non erano interconnessi.
- La telemedicina; da non intendere solo come utilizzo di nuova tecnologia ma come miglioramento dei servizi, come semplificazione delle procedure per accedere alle prestazioni. Vanno formati gli operatori sanitari ma anche i cittadini su come usare al meglio tutti i nuovi dispositivi tecnologici.
- Il 118; il grande assente da ogni riforma… eppure medici, operatori sanitari, infermieri, sono stati in prima linea durante l’emergenza Covid. E’ un servizio salvavita eppure ancora troppo disomogeneo sul territorio nazionale, la figura di autista soccorritore non è riconosciuta come tale e questi operatori sanitari non percepiscono alcuna indennità di rischio. Già prima della pandemia abbiamo depositato un disegno di legge di riforma del servizio di emergenza territoriale 118; una legge che oggi andrebbe messa al centro dell’agenda politica.
- La formazione dei medici; anche su questo tema abbiamo depositato da tempo una proposta di riforma. Nella legge di Bilancio del 2019 abbiamo istituito una tecnostruttura per programmare il numero di specialisti in base al fabbisogno di salute della popolazione. Serve inoltre un meccanismo di certificazione delle competenze dei medici in formazione, come nel resto d’Europa, e bisogna trasformare i contratti di formazione medica in contratti di formazione lavoro.
- L’ultimo punto e’ la programmazione del recupero di tutte le prestazioni sanitarie arretrate e rinviate in questi anni. Durante l’emergenza Covid-19 molti interventi chirurgici, visite, esami diagnostici sono stati rinviati. A pagarne le conseguenze sono stati soprattutto i più fragili. I pazienti oncologici. I tanti malati cronici che si sono sentiti abbandonati alle proprie sofferenze. Dobbiamo mettere in campo un vero e proprio programma di recupero per dare risposte a tutti i malati perché il nostro Servizio Sanitario Nazionale, che è il più bello del mondo, si fonda sull’accesso universale alle cure e questo principio va difeso con ogni mezzo.
Abbiamo oggi una grande opportunità grazie ai fondi del PNRR e una grande lezione che ci viene da questa pandemia: non bisogna mai più smettere di investire in sanità perché la salute è, tra i beni comuni, il più prezioso.