Il Superbonus al 110% ha superato quota 18 miliardi di lavori ammessi a detrazione. Una somma notevole, che però ci racconta di un rallentamento del trend di crescita nell’ultimo mese, visto che al 31 dicembre l’ammontare complessivo era giù superiore ai 16 miliardi.
Il fattore scatenante di questa frenata è la totale incertezza normativa: con le carte in tavola che cambiano praticamente ogni mese, il cammino per cittadini e imprese si è fatto più impervio. Per questo, a poco più di un mese dal prolungamento del Superbonus a tutto il 2023, riteniamo che si un errore la limitazione alla circolazione dei crediti formulata dall’esecutivo nel decreto Sostegni-ter.
A dettare la scelta del governo è stato l’elevato numero di frodi registrate nell’ultimo periodo. Un problema che come M5s non abbiamo mai voluto “scansare”, e sul quale ci siamo subito messi al lavoro. Circoscrivere la platea dei cessionari, restringendola alle sole banche, è una mossa inefficace per arginare certi reati: chi truffa oggi tenterà di farlo anche domani. Con buona probabilità di riuscirci.
In questi giorni come Movimento 5 Stelle abbiamo ascoltato tutte le associazioni di categoria. Ben 23 di esse ieri hanno partecipato alla nostra tavola rotonda al Senato organizzata dal senatore Gianni Girotto, presidente della Commissione Industria, Commercio e Turismo e coordinatore del Comitato per la Transizione Ecologica. Un incontro nel quale sono emersi molti spunti interessanti e soprattutto una richiesta perentoria: stop incertezza normativa.
In più, è emerso un dato di fatto incontrovertibile: per un contrasto deciso alle frodi, è fondamentale agire sulle cause. E intensificare la vigilanza sui crediti fiscali, oltre a una più attenta e capillare certificazione degli stessi. Al Senato abbiamo già messo a punto un emendamento con il quale viene allargato il ruolo di “cessionario” a tutte le realtà finanziarie sottoposte alla vigilanza di Bankitalia, e non solo agli istituti di credito tout court.
Inoltre, come Movimento 5 Stelle da mesi stiamo spingendo affinché si creino le condizioni per la nascita di una piattaforma digitale per la certificazione digitale dei crediti fiscali. Uno strumento ad hoc che consentirebbe di mettere un argine molto più concerto alle frodi. Infine, siamo convinti che vada irrobustita la capacità di controllo anche per la stessa Agenzia delle Entrate.
L’unica cosa da scongiurare è il depotenziamento del Superbonus al 110%. Parliamo di una misura che ha contribuito in maniera determinante a quel +6,5% del Pil con cui l’Italia ha salutato l’anno solare 2021. Creando valore economico per i cittadini, nuovi posti di lavoro e importantissime ricadute sull’indotto. Non solo: il Superbonus è anche uno step decisivo anche nell’ottica della transizione ecologica.
Stiamo ristrutturando l’Italia con il Superbonus. Guai a spegnere il motore di una macchina che ha letteralmente riavviato l’economia italiana.