Il Superbonus al 110% è il “simbolo” della ripresa economica del Paese nel post-pandemia. Questo meccanismo fiscale, voluto e ideato dal Movimento 5 Stelle nei mesi del governo Conte II, è riuscito nell’impresa di ridare nuova linfa a una settore in piena crisi come quello dell’edilizia. Inoltre, ha reso consapevoli milioni di cittadini su quanto sia importante oggi avere una casa più sicura e più efficiente dal punto di vista della dispersione energetica.
I dati sono inequivocabili: in base al trend dei dati forniti da Enea, i lavori attivati superano quota 8 miliardi. Con una previsione per fine anno che va oltre la doppia cifra e in termini di valore aggiunto si avvicina ai 20 miliardi, come ha stimato anche pochi giorni fa il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, e ricadute sul Pil imponenti per 12 miliardi. Tutto ciò ha avuto già un effetto notevole sull’occupazione: i nuovi posti di lavoro nel settore delle costruzioni sono 92 mila in più a giugno 2021 rispetto allo stesso mese dell’anno prima, 52 mila dei quali a tempo indeterminato. E l’escalation, stando ai dati Inps, sta continuando.
Di fronte a un quadro numerico simile, il MoVimento 5 Stelle ha sempre ritenuto già dall’inverno scorso che fosse necessario un prolungamento dell’agevolazione a tutto il 2023 senza distinguo. Questa misura ha un effetto moltiplicatore importante in termini economici: il suo costo rientra nel cosiddetto “debito buono” evocato più volte dall’attuale premier Mario Draghi. Per questo riteniamo quanto meno rivedibile la proroga circoscritta ai soli condomini e Iacp inserita nel Documento Programmatico di Bilancio di questa settimana.
L’esclusione delle case unifamiliari e plurifamiliari crea una stortura territoriale. L’Italia è composta perlopiù da piccoli centri dove queste abitazioni rappresentano la grande maggioranza: non è un caso che finora il maggior numero di asseverazioni riguardi proprio quella categoria di edifici. Non solo: questa estensione a scartamento ridotto rischia di creare enormi difficoltà a tutte quelle imprese che operano nei comuni di modeste dimensioni. Ricordiamo che sono tante le pmi nate grazie al Superbonus, e c’è una folta schiera di elettricisti, tornitori, idraulici e altri professionisti che ha investito convinta di avere un orizzonte chiaro almeno per il prossimo biennio.
I condomini restano indubbiamente il cuore pulsante della misura. Circoscrivere però questa opportunità ad essi significa tirare il freno a un circolo virtuoso che in questo 2021 ha dato risultati eccelsi. E’ necessario recuperare le unità immobiliari unifamiliari e multifamiliari nel corso dell’iter della manovra da qui a fine anno. Sarebbe un errore imperdonabile sciupare un’occasione simile.