Che si rischiasse la catastrofe umanitaria in Afghanistan si era intuito già poche ore dopo il ritorno al potere dei Talebani con scene in strada di scontri, violenze, soprusi e barbare uccisioni. Per questo è importante che l’Italia si sia attivata, avendo anche il delicato ruolo di presidenza di turno, per promuovere un G20 straordinario sull’Afghanistan per rafforzare la sicurezza internazionale da un potenziale rischio terrorismo e, contemporaneamente, impedire di mandare in fumo 20 anni di faticose conquiste raggiunte in quel Paese in materia di diritti e libertà individuali. Esprimiamo, quindi, soddisfazione per la convocazione di questo G20 straordinario che si terrà probabilmente a Roma.
Il nostro ministro degli Esteri Luigi Di Maio sta svolgendo un ottimo lavoro diplomatico per realizzare questo vertice che si concentrerà sui temi dell’aiuto umanitario, della sicurezza e dei diritti umani, con particolare attenzione a non lasciare sole le donne afghane. Il nostro impegno, in tal senso, è massimo: la Farnesina ha già ribadito che si agirà su tre fronti: inserire nei programmi umanitari una quota di risorse riservata alla popolazione femminile, monitorare costantemente la situazione dei diritti umani e sostenere l’azione delle attiviste afgane. La sicurezza, poi, rimane un punto focale del lavoro di coordinamento che stiamo svolgendo: l’Afghanistan non deve tornare a trasformarsi in un rifugio sicuro per terroristi ed estremisti. Non possiamo permetterlo, e stiamo rafforzando il coordinamento tra Stati. L’attenzione è massima.
Dai Talebani servono fatti, non parole, e devono dimostrare di non calpestare i diritti conquistati dalle donne in questi ultimi anni. Infine, dal G20 deve uscire il massimo sostegno alle organizzazioni umanitarie attive in Afghanistan: un supporto necessario per prevenire una crisi umanitaria e il relativo collasso economico, con il forte rischio di flussi migratori.