Oggi al Senato è arrivato il sì definitivo alla nostra riforma costituzionale che dà ai ragazzi tra i 18 e i 25 anni il diritto/dovere di eleggere anche i senatori, non più solo i deputati alla Camera. Nei prossimi tre mesi potrà essere chiesto il referendum confermativo ma si tratta di una riforma condivisa e sicuramente apprezzata in modo trasversale nel Paese.
Continua così il percorso di innovazioni puntuali alla nostra Costituzione inaugurato in questa legislatura dal MoVimento 5 Stelle. Riforme chirurgiche e chiare a tutti, basta con le riforme monstre del passato che sono sempre naufragate.
Per noi i giovani contano sul serio, non a parole. Sono loro i principali destinatari delle politiche pubbliche per l’oggi e per il domani, sono innanzi tutto loro a ricevere i benefici o i danni delle scelte della politica. E allora è giusto che si dia loro il diritto ma anche la responsabilità di indicare anche i senatori eletti.
Con l’approvazione di questa riforma saniamo un anacronismo che caratterizzava in negativo il nostro Paese e coinvolgiamo a pieno oltre 4 milioni di giovani nel processo democratico. Conosciamo l’obiezione più frequente: i giovani sono distratti e disinteressati rispetto alla politica. Non condividiamo questo approccio: innanzitutto le nuove generazioni chiedono e hanno diritto al rispetto di tutti, senza etichette superficiali. Inoltre, se da un lato è vero che la disaffezione di alcuni alla politica non si elimina subito garantendo loro la possibilità di votare anche per il Senato, dall’altro senza inclusione, estensione dei diritti e responsabilizzazione la battaglia sarebbe persa in partenza. Quello di oggi è un importante passo in avanti anche in questo senso.
Il Senato rimane così il ramo più esperto del nostro Parlamento, perché resta la soglia di età minima di 40 anni per essere eletti, ma a scegliere i suoi componenti adesso saranno tutti i maggiorenni. Rinnoviamo così regole che erano state stabilite in un’altra epoca, non possiamo ignorare infatti il mutato contesto socio-culturale dell’Italia rispetto agli anni in cui venne scritta la Costituzione.
Viviamo un’epoca di cambiamenti a volte radicali e spesso repentini, l’inclusione dei 18enni nell’elettorato attivo per il Senato è un aggiornamento della nostra Costituzione che segue la tendenza al maggior coinvolgimento dei cittadini nelle scelte di interesse collettivo.