La pandemia di Coronavirus e la crisi economica che ne è scaturita hanno mostrato la necessità e l’urgenza di riformare il sistema degli ammortizzatori sociali, allargando la rete di protezione sociale ed economica anche a quelle lavoratrici e a quei lavoratori che non sono coperti dall’attuale meccanismo.
Per il MoVimento 5 Stelle, il principio di questa riforma deve essere l’“universalismo differenziato”. Ciò vuol dire che tutti i lavoratori devono avere gli stessi diritti ma che non tutte le imprese devono contribuire allo stesso modo.
Grande attenzione dovrà essere dedicata all’allargamento delle tutele ai lavoratori autonomi e ai professionisti.
Nel documento redatto dalla commissione di esperti nominata dall’ex ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, si prevede la creazione di una misura del tutto nuova e molto più ampia dell’ISCRO, l’indennità ai titolari di partita IVA iscritti alla gestione separata dell’INPS introdotta con la legge di Bilancio 2021, appannaggio di chi ha un reddito fino a 35mila euro all’anno.
Nel caso in cui il fatturato si riduca di oltre un terzo rispetto ai tre anni precedenti, si stabilisce che a questi lavoratori venga corrisposto per dodici mesi il 50% dell’importo del fatturato perso.
Non solo. Altrettanto centrali saranno infatti la semplificazione delle procedure operative e il collegamento con le politiche attive del lavoro. Proprio nell’ottica di valorizzare le competenze delle lavoratrici e dei lavoratori, è assolutamente necessario collegare la percezione della cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) ad attività formative. Altresì, sarebbe bene prevedere il superamento del divieto di cumulo tra prestazioni sociali e brevi periodi di lavoro.
Un welfare più inclusivo per governare il presente e progettare il futuro.