Il dibattito di questi giorni sulla Rai ci dice una cosa fondamentale: la riforma del servizio pubblico radiotelevisivo non è più rinviabile.
L’azienda culturale più grande del Paese non può continuare a modellarsi in base alle volontà dei partiti: è un meccanismo che non funziona più. Che danneggia la Rai e tutti i cittadini che ogni mese pagano il canone.
Per il Movimento 5 Stelle l’obiettivo è chiaro: allontanare la politica dal servizio pubblico radiotelevisivo.
La nostra riforma, in poche parole, prevede:
➡️ Una riduzione del numero di consiglieri nel consiglio di amministrazione, che passerebbero dai 7 attuali a 5, compresi il presidente e l’amministratore delegato, che restano in carica per cinque anni senza possibilità di rinnovo. Il cda sceglie al suo interno l’amministratore delegato, mentre il ministro dell’Economia sceglie il presidente.
➡️ I nuovi membri del CdA vengono scelti in base al loro curriculum tenendo conto di 3 principi fondamentali: indipendenza, onorabilità e competenza.
L’Agcom predispone un avviso pubblico e i candidati devono inviare all’Autorità, insieme al curriculum vitae, un elaborato riguardante la loro visione strategica del servizio pubblico radiotelevisivo.
➡️ Non potrà essere nominato nel Cda Rai chi ha ricoperto, nei 5 anni precedenti alla nomina, cariche di governo, politiche, elettive a qualunque livello, così come tutti gli interdetti dai pubblici uffici e i condannati.
➡️ Per i consiglieri, inoltre, è previsto un regime di rigida incompatibilità con qualsiasi altro incarico pubblico.
➡️ Si introduce finalmente il principio di trasparenza nell’individuazione delle figure dirigenziali.
➡️ Per i dirigenti esterni di nomina fiduciaria è prevista la decadenza entro 60 giorni dalla cessazione del mandato del consiglio di amministrazione.
➡️ Inoltre, per i consiglieri di amministrazione, i dirigenti e per tutto il personale a vario titolo assunto dalla Rai, viene applicato il limite massimo retributivo previsto dalla normativa vigente per le pubbliche amministrazioni e le società pubbliche.
➡️ Viene soppressa, infine, la commissione di Vigilanza Rai, ma in capo alle commissioni parlamentari competenti resta la facoltà di convocare i vertici aziendali della Rai per esigenze conoscitive o per rispondere di eventuali inadempimenti o degli obblighi dell’azienda. E sono previste anche modifiche per le elezioni in Agcom.
Il dato più importante però resta uno: #ViaIPartitiDallaRai. Senza nessun distinguo o zona d’ombra. È l’unico modo per aprire una nuova stagione nel servizio pubblico, con contenuti nuovi, autonomia, innovazione, sperimentazione e libertà.
Noi del MoVimento 5 Stelle ci siamo: non perderemo questa occasione storica.