Nell’Unione Europea, 21 Paesi su 27 hanno un salario minimo. L’Italia è uno dei pochissimi Stati che manca all’appello. Dobbiamo invertire la rotta e farlo subito. Oggi più che mai, con i cittadini colpiti dalla pandemia e dalla crisi, il salario minimo è una misura fondamentale, non un nostro capriccio e i numeri lo testimoniano.
Malgrado una copertura quasi totale della contrattazione collettiva, infatti, esiste un consistente numero di lavoratori che percepisce salari non dignitosi. In alcuni settori i minimi retributivi fissati contrattualmente sono inadeguati rispetto alle disposizioni costituzionali e agli indicatori internazionali. Pensate che c’è chi viene pagato 4,60 euro all’ora!
E ci sono oltre 365mila beneficiari del Reddito di Cittadinanza che risultano titolari di un rapporto di lavoro attivo, il 75% dei quali nel settore dei servizi.
Il MoVimento 5 Stelle non demorde. Sul tavolo c’è la proposta di legge della nostra Nunzia Catalfo e in Europa Daniela Rondinelli ha presentato degli emendamenti che intendono migliorare la proposta di direttiva e renderla più efficace contro i cosiddetti contratti “pirata”.
Il salario minimo non è una misura contro le imprese – come qualcuno vuole far credere – proprio perché aumenta il potere di acquisto dei cittadini consumatori, creando un beneficio per l’intero sistema economico.
Perciò non c’è più tempo da perdere.