Oggi ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Anche quest’anno, purtroppo, i femminicidi e le violenze contro le donne hanno raggiunto numeri impressionanti; i dati sulle violenze di genere sono davvero sconvolgenti.
Avrete certamente letto di Cecilia, la ragazza accoltellata a morte una settimana fa a Reggio Emilia, la mia città. Il presunto omicida si era visto revocare gli arresti domiciliari il 4 novembre scorso in seguito alla sentenza di patteggiamento a 2 anni di reclusione con pena sospesa.
È evidente che c’è qualcosa che non va se dopo più arresti e la violazione della misura di divieto di avvicinamento un uomo è riuscito comunque ad ammazzare una donna che con coraggio aveva deciso di denunciare. Il legislatore può fare leggi a tutela delle donne, può inasprire le pene, ma è responsabilità anche di chi pronuncia le condanne rendersi conto che c’è un allarme sociale e che le donne devono essere tutelate e protette.
Non smetterò mai di ripetere che ogni donna ammazzata nonostante gli avvertimenti e le denunce è una tragedia per l’intera società e una sconfitta dello Stato.
In questi anni il Movimento 5 Stelle si è speso molto nella lotta alla violenza nei confronti delle donne. Grazie all’entrata in vigore del Codice Rosso, di iniziativa di Alfonso Bonafede, abbiamo fatto molti passi in avanti nella tutela delle donne che riescono a trovare il coraggio di denunciare.
Martedì, nella commissione lavoro della Camera, è stato avviato l’iter della proposta a mia prima firma che si pone come obiettivo quello di tutelare le donne vittime di violenza e di agevolarle nel percorso di inserimento lavorativo. Modificando una legge del 1999 le donne, inserite nel percorso di protezione ed assistenza dei servizi sociali, potranno rientrare nelle categorie protette. E’ infatti chiaro che una donna indipendente a livello economico avrà molte più possibilità di uscire dalla spirale di violenza.
Il MoVimento 5 Stelle è intervenuto anche sul ‘gender pay gap’, il divario retributivo di genere, una piaga per il nostro Paese; l’approvazione in via definitiva del testo unificato sulla parità salariale, testo che ha recepito in parte la proposta della nostra Tiziana Ciprini, segue esattamente le direttive della Convenzione di Istanbul; l’articolo 6 invita di fatto a promuovere e attuare politiche volte al raggiungimento dell’uguaglianza tra donne e uomini e all’emancipazione femminile.
Infine mi voglio soffermare sulla proposta di legge presentata dalla collega M5S Stefania Ascari, che delega il Governo a legiferare per introdurre l’insegnamento dell’educazione affettiva e sessuale nel primo e nel secondo ciclo di istruzione e nei corsi di studio universitari. Già due anni fa le senatrici M5S Cinzia Leone e Alessandra Maiorino avevano presentato la proposta per inserire l’educazione emotiva nelle scuole, facendo pressing affinché venissero discusse. Proposte di legge importantissime perché la questione culturale e la lotta agli stereotipi sono il primo passo per contrastare la violenza di genere. Educare i bambini, fin dalla scuola dell’infanzia, a riconoscere le emozioni e a mettersi nei panni dell’altro significa investire sul futuro e sulla formazione delle giovani generazioni.
Non posso che essere soddisfatta del lavoro fin qui fatto dal mio gruppo. Ma non basta. La strada è ancora in salita, nonostante le battaglie e le conquiste che abbiamo ottenuto. Ma la vittoria sta nella forza e nella perseveranza e sono convinta che, insieme, riusciremo a raggiungerla.
Maria Edera Spadoni